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sabato 18 giugno 2011

Rimini - Interazioni 2011. Ispirazioni urbane 2.0 - Creatività e linguaggi di una generazione in movimento

Sabato 18 giugno 2011
Ispirazioni urbane 2.0 - Creatività e linguaggi di una generazione in movimento

Dalle Ore 17
Dj set, graffiti, giocoleria, parcour, hiphop
Ore 18.30 INCONTRO: "La rivolta generazionale nello spazio euro-mediterraneo" con la partecipazione di Collettivo studenti Rimini, Leonardo Montecchi (Scuola Bleger) e Gianni Ceccarelli (Isur)
A seguire Aperitivo a buffet
ore 20.30
TEATRO Monologo "Non vengo dalla luna"

Una perfomance teatrale racconta le storie di chi ha partecipato alla mobilitazione del 14 dicembre a Roma. Drammaturgia di Carla Vitantonio da testi pubblicati su globalproject.info. Musiche originali e arrangiamenti di Francesco Papaleo (http://www.globalproject.info/it/produzioni/Non-vengo-dalla-luna/7121)
Ore 22.00
Tes + Dj Admi live showcase (http://www.myspace.com/undergroundsolutionmusic) a seguire dj set session
Promuovono:
Rumori sinistri, Arcobaleno, Casa Pomposa, RM 25, Co.Pr.E.S.C., Lab Paz Project, Scuola di prevenzione Bleger, Collettivo Studenti Rimini

Info: interazionirimini@gmail.com tel. 0541 709888

domenica 8 maggio 2011

Rimini - Oltre il 6 maggio, verso il turismo dei beni comuni

Alcune considerazioni sull'azione comunicativa presso l'associazione albergatori
 
Sono oramai 4 anni che lavoriamo con servizi, idee, progetti, eventi sul tema del turismo, dentro questi percorsi pubblici, trasparenti e costituenti, abbiamo usato fumogeni ed esibizioni teatrali, megafoni ed impianti audio, sempre alla luce del sole, perché sono strumenti sani di una democrazia che cresce anziché nascondersi dietro il potere della rappresentanza e delle associazioni di categoria. Non è la crisi la causa dello sfruttamento degli stagionali, né le infiltrazioni malavitose (che rappresentano una parte e semmai prosperano grazie ad un modello oramai strutturato). I dati del turismo sono in attivo ma lo schiavismo aumenta, questa è la realtà.
Siamo stati all'associazione italiana albergatori in maniera pacifica e comunicativa in una giornata di sciopero generale e generalizzato che anche noi abbiamo contribuito a costruire nelle assemblee e nel corso degli ultimi mesi. Non ci siamo mai posti in maniera anacronistica nei confronti degli imprenditori del turismo (molteplici sono gli attori responsabili di questo sistema) perché sono una parte importante ed interlocutori necessari e  se si vuole rimettere al centro un cambiamento radicale della nostra economia, capace di guardare agli interessi di tutti e tutte. Usare un megafono è parte della democrazia e stazionare per pochi minuti all'interno della sede, come dimostra il video, non profila alcun reato, abbiamo semplicemente comunicato un elemento, un passaggio del nostro percorso e della nostra analisi : il turismo è un bene comune e come tale bisogna ripensarlo.
Abbiamo cercato di porre il problema in termini propositivi e comunicativi:
  1. lavorare meno/lavorare tutti
  2. no allo sfruttamento
  3. no alla tratta dall'Est Europa
  4. ridistribuzione della ricchezza
Chiedere la riduzione delle ore di lavoro, significa rivendicare il diritto e l’applicazione del contratto collettivo nazionale. Questo lo dice la nostra Costituzione e non ci sembra nulla di sovversivo.
La reintroduzione del contratto a chiamata o a intermittenza, consente da tre anni al datore di lavoro di risparmiare (evadere) in termini contributivi da una parte, e dall’altra impedisce al lavoratore di maturare i requisiti necessari al diritto di indennità di disoccupazione, di malattia e di infortunio.
Di fatto l’applicazione del contratto a chiamata è un escamotage per legalizzare il lavoro nero.
Ridurre le ore e i ritmi di lavoro consentirebbe più occupazione e minore evasione Inps.
I ritmi incessanti e senza soluzione di continuità sono la principale causa di malattie professionali ed infortuni. Lavorare meno e lavorare tutti, significa anche porre lo sguardo e l’attenzione verso quei lavoratori autoctoni spazzati via e sostituiti dall’ondata di nuovi schiavi provenienti principalmente dall’Est europeo.
Il paradigma riconoscimento ed applicazione del CCN uguale ripristino della legalità pone il problema dell’entrata in scena di un nuovo soggetto che si è affacciato nel panorama dell’economia turistica:la criminalità organizzata. Attraverso il lavoro delle agenzie di reclutamento, la criminalità organizzata piazza ogni stagione sul mercato del lavoro mano d’opera non specializzata a bassissimo costo proveniente dai paesi neocomunitari, utilizzando l’estorsione come di ricatto nei confronti di lavoratori che rappresentano la fascia più debole e di conseguenza più vulnerabile.
Le agenzie di reclutamento, hanno sostituito il lavoro del Centro per l’impiego: il punto è che chiedere somme ingenti di denaro in cambio di un lavoro è illegale.
Ottenere il rispetto del contratto collettivo nazionale azzererebbe ogni forma di illegalità.
Ma oggi profitto illegale e lavoro illegale stanno in un rapporto di interdipendenza. Perciò lo sfruttamento è strutturale e funzionale a questo tipo di economia turistica, che da sempre, per mantenere competitività sul mercato ha bisogno di abbassare i costi del lavoro e di incentivare il lavoro sommerso.
Ma quale tipo di risposta in termini di qualità e riqualificazione è in grado di dare l’economia turistica se utilizza mano d’opera sfruttata? Chi sono i buoni e i cattivi?! La vecchia frase "rispettino le regole" non la si può pronunciare per gli albergatori?
E infine possiamo parlare di democrazia o tacciare qualcuno di violenza, se questo modello economico decide ed impone la riduzione in schiavitù delle persone? Ci sembra che rispetto a queste domande a parte pochi, tutti gli altri non solo non sanno rispondere ma si nascondono dietro il solito ritornello delle poche mele marce.

gli e le attiviste Lab.Paz Project Rimini
 

martedì 22 febbraio 2011

Segnaliamo: Rimini - Uniti contro la crisi, l'appello per il 1 marzo 2011 nella nostra città

Per adesioni: primomarzo2011rimini@gmail.com
 
 Tutti e tutte uniti contro la crisi!


Iniziativa verso il 1°marzo
Rimini - Presidio pubblico: Fermiamo la ferocia sulla popolazione civile in Libia

Presidio pubblico - Piazza cavour 
Mercoledì 23 feb. ore 16.00



Rumori sinistri sostiene il 1° marzo. Uniti contro la crisi, migranti, studenti, operai, precari...
Scarica e diffondi i materiali per il 1 marzo 2011 @Rimini
Scarica e diffondi i materiali per il 1 marzo 2011 @Rimini
 

sabato 13 novembre 2010

SEGNALIAMO: Bologna - 13 novembre 2010: Corteo regionale antirazzista, Uniti contro la crisi!

Manifestazione regionale
Agire contro il razzismo x i diritti di tutti
Uniti contro la crisi. Per i diritti dei migranti, per i diritti di tutti noi

Pullman da Rimini alle ore 13.00
presso il piazzale del Cinema settebello
Per prenotarsi: 349 5666110 (Nico) oppure
alla Casa della pace tel. 0541 50555
Costo 5 euro



Sabato 13 novembre 2010, ore 14.30
Bologna, Piazza XX Settembre

Uniti contro la crisi è uno spazio politico e sociale in cui soggettività libere, indipendenti,
felici e meticce crescono e cooperano insieme per il comune, a partire da questa manifestazione verso lo sciopero generale, nella direzione della generalizzazione
delle lotte anche sul terreno delle pratiche antirazziste e dei diritti di cittadinanza.
Leggi tutto l'appello: Uniti contro la crisi. Per i diritti dei migranti, per i diritti di tutti noi | Global Project

martedì 26 ottobre 2010

Bologna - 13 novembre 2010: Corteo regionale antirazzista, Uniti contro la crisi!

Riminesi globali contro il razzismo, l'ass. Rumori sinistri, Lab. paz Project e il collettivo studenti riminesi stanno organizzando un pullman da Rimini per partecipare al corteo antirazzista regionale che si terrà sabato 13 novembre a Bologna.
Il ritrovo e la partenza da Rimini sarà alle ore 13.00 di sabato 13 novembre presso il piazzale del Cinema settebello.


Per prenotarsi: 349 5666110 (Nico) oppure alla Casa della pace tel. 0541 50555

Leggi il comunicato di lancio dell'iniziativa
Sabato 13 novembre 2010, ore 14.30
Piazza XX Settembre Bologna

lunedì 30 agosto 2010

Rimini - Ultimo lunedì di agosto, ultima fermata Hotel Mosè

lav. mosèLunedì 30 agosto 2010 ore 12.00 tutti davanti al Hotel Mosè di Torre pedrera - Rimini

Abbiamo deciso di aspettare qualche giorno prima di riprendere parola sulla vicenda del hotel Mosè e dello sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali. Una pausa necessaria per cercare di leggere la successione degli eventi e continuare a raccogliere fondi per la colletta sociale a favore di questi lavoratori.
In questi giorni l'AIA (associazione albergatori di Rimini) per mano della sua Presidente Rinaldis, ha confermato il suo vero volto, quello degli albergatori spregiudicati, dei poteri forti, del modello Marchionne come dispositivo di gestione del mondo del lavoro e dell'estensione della precarietà sulla vita.
Non ci sono solo diritti ma anche doveri, questo i leit motive di fondo. I doveri, di cui parlano i padroni degli alberghi riminesi e di tutta la costa romagnola, dovrebbero consistere nell'accettazione totale di un modello di organizzazione del lavoro strutturato sullo sfruttamento/schivitù, sull'illegalità, sull'evasione fiscale.
Succede però che per la prima volta - dopo alcuni anni dal nostro primo intervento in questo ambito - non siamo i soli ad affermare questa cosa. C'è la Filcams di Rimini, di Cesenatico e non meno importante anche la Direzione provinciale del lavoro di Rimini, che rispetto alla situazione del Hotel Mosè non parla affatto di una caso isolato ma esteso in quasi tutte le aziende alberghiere locali.
Abbiamo attraversato queste settimane di iniziative sul territorio cercando di porre - alle tante persone incontrate - il problema di ridistribuire la ricchezza prodotta; cercando di porre la questione dell'estensione dei paradigmi della precarietà anche dentro il lavoro stagionale e della povertà  - generata da questa crisi economica  i cui effetti hanno favorito nuove e più estese forme di schiavitù. Su questi temi abbiamo incontrato molte sensibilità ma poca partecipazione e poco coraggio.
Per questo vogliamo introdurre un altro tema per noi non marginale e che guarda al futuro di questa città, la questione del comune, del bene comune di questo territorio, perché qui abitiamo e qui restiamo.
Il bene comune del nostro territorio è rappresentato anche dal turismo e da quello che questo comporta per la ricchezza di tutti, una ricchezza che come dicevamo prima non viene ridistribuita ma rimane nelle mani dei gestori della governance economica territoriale, la stessa che determina le scelte delle istituzioni locali e gli assetti politici della rappresentanza nonché le politiche per la sicurezza.
Così si spiega la propaganda e l'azione vergognosa di stigmatizzazione e repressione sui venditori ambulanti, un fenomeno questo molto meno rilevante sia numericamente che economicamente rispetto all'evasione fiscale prodotta nel settore turistico stagionale. Ma su questo si sono spesi soldi pubblici, costruito falsa coscienza, investito forze e risorse, nonché violenza poliziesca.
Così si spiega l'inadeguatezza delle risposte politiche istituzionali ai fatti che, in queste ultime settimane e non solo, hanno riempito le cronache locali e regionali.
L'ordinanza di sequestro del hotel Mosè da parte del Comune di Rimini, arriva molto tardi rispetto alle proteste dei lavoratori (che non sono andati alla Caritas ma si stanno battendo per ottenere il loro diritto sacrosanto ad essere pagati per il lavoro svolto) e ci sembra più un'azione di propaganda che di reale volontà di intervento.Soprattutto perchè i destinatari del provvedimento - Costa Romagna Hotel - avranno un tempo massimo di 90 giorni per intervenire e uniformarsi alle prescrizioni violate, quando oramai è comprovato che in tutte le strutture alberghiere da loro gestite i lavoratori non solo sono sfruttati ma non vengono neppure pagati.
Si chiude l'hotel mosè perché non rispondente ai criteri di sicurezza infrastrutturali, ma questo dovrebbe avvenire allora per centinaia di pensioni fatiscenti colati - insieme al cemento - su tutta la nostra costa. La motivazione di fondo dovrebbe essere un'altra, ed è di questa motivazione che la politica dei palazzi non si vuole occupare, quello dello sfruttamento e della riduzione in schiavitù che è intrinseco - fin dalle origini - al nostro modello turistico.
La mancanza totale di una prospettiva progettuale che guardi al futuro di questa città e il totale asservimento alle lobby turistiche ha generato questi ultimi eventi, ai quali, purtroppo è mancata una forza prorompente di insorgenza moltitudinaria, la quale non è detto che non maturi nelle prossime settimane o nella prossima stagione estiva. Questa è la nostra speranza!
I lavoratori e le lavoratrici dell'Hotle Mosè, nella loro semplicità, nella loro sofferenza, ci hanno dato una bella lezione, (soprattutto ai tanti riminesi che per anni hanno lavorato in nero o accettato condizioni simili di asservimento alle lobby turistiche) perché hanno messo in gioco i loro corpi, le loro storie, le loro identità per difendere non solo i loro diritti inalienabili ma anche il bene comune di questo territorio: il turismo.
L'amministrazione comunale – ufficialmente - non ha mai incontrato questi lavoratori, non ha voluto conoscere le loro storie, ha continuato a mantenere la testa sotto la sabbia sperando che la protesta rientrasse e che tutti, velocemente, cancellassero dalla memoria quanto accaduto. Ed è questa cecità, questo atteggiamento di totale indifferenza ed estraneità dalle vicende che sono accadute che deve farci preoccupare.
Noi saremo alle 12 al Hotel Mosè, il giorno e l'ora in cui l'hotel dovrebbe essere posto sotto sequestro. Saremo lì perché c'è lo chiedono gli ex lavoratori, i lavoratori di quella struttura e i turisti che sono stati truffati e che abbiamo incontrato in queste settimane.
Saremo lì per dire che ci sentiamo estranei alle menzogne delle lobby affaristiche, per dire che quella struttura va chiusa perché rende schiave le persone, violenta la loro dignità.
Saremo lì per dire che il mare, il territorio, il turismo sono i nostri beni comuni.
Saremo lì per continuare a ripetere che Costa Romagna hotel, i Coppola, i Cavalli di turno sono solo la punta di un iceberg che puzza come la merda nel nostro mare.
A chi legge, a chi potrebbe venire davanti al Hotel Mosè alle ore 12.00 dell'ultimo lunedì di agosto, diciamo: abbiate più coraggio, questi lavoratori l'hanno avuto ma se ne andranno. Noi tutti e tutte, invece, saremo ancora qui.
Lab. Paz Project - Ass. Rumori sinistri Rimini

Continua la colletta sociale e l'emergenza per i lavoratori del hotel Mose non lasciamoli soli/e!
Per versamenti e contributi da fuori città: Post Pay intestato a Nicolò Altomare n. 4023600564441519
Per raccolta fondi Rimini: Nicolò 349 5666110 oppure lab.paz@gmail.com

 Mohamed - Lavoratore Hotel Mose

 Lavoratrici Hotel Mose @Rimini
 Blocchi stradali @Hotel Mose Rimini
Sandra - Ass. Rumori sinistri

mercoledì 25 agosto 2010

Rimini - No allo sfruttamento dei lavoratori stagionali e delle spiagge!

logo spiaggia collettaDurante l'intera giornata insieme al Comitato per la Spiaggia libera sono stati fatti alcuni interventi con il megafono, distribuiti materili informativi ed è continuata la raccolta per la colletta sociale.

Un'iniziativa che ha collegato due temi portanti legati all'economia turistico/balneare della città rivierasca.

Uno slogan comune:
No allo sfruttamento delle persone e del territorio!




 Manila - Presidio lavoratori Hotel Mosè @Spiaggia Libera Rimini
 Stefano Comitato spiaggia libera
 














Mohamed - Presidio lavoratori Hotel Mosè @Spiaggia Libera Rimini

Report fotografico

lunedì 23 agosto 2010

Romagna, gli schiavi si ribellano. da L'Espresso.it

Romagna, gli schiavi si ribellano

Romagna, gli schiavi si ribellano

di Matteo Marini da L'Espresso on line
Da Torre Pedrera a Rivazzurra, nei paesi della Riviera 'low cost', è scattata la protesta degli stagionali. Che lavorano senza diritti e talvolta non vengono nemmeno pagati....

sabato 21 agosto 2010

Rimini - Colletta sociale, rabbia e voglia di giustizia

Raccolti da giovedì 18 agosto già 500 euro con la colletta sociale.

Domenica 22 agosto ore 11 si replica presso la Spiaggia libera del porto @Rimini presidio informativo e raccolta fondi

 

 

Report fotografico: Colletta sociale Ven. 20 agosto P.zza Cavour @Rimini Colletta sociale Ven. 20 agosto P.zza Cavour

Pubblichiamo il contributo scritto da Domenico*, dopo questa settimana di iniziative.

21 / 8 / 2010
La vicenda dei dipendenti del HOTEL MOSE' di Torre Pedrera (RN) ha fatto il giro d'Italia portando a conoscenza l'intera nazione, della situazione lavorativa degli stagionali sulla riviera romagnola. Una situazione il cui unico termine per descriverla è "SFRUTTAMENTO". A farne le spese una decina di dipendenti dell'hotel Mosè appartenente al group COSTA ROMAGNA facente capo ... LEGGI TUTTO»

giovedì 19 agosto 2010

Colletta sociale per i lavoratori stagionali del Hotel Mose. Oggi pomeriggio Nuovo presidio e iniziativa di lotta!

Rimini - Colletta sociale per i lavoratori stagionali del Hotel Mose. Oggi pomeriggio Nuovo presidio e iniziativa di lotta!

Per versamenti e contributi da fuori città:
Post Pay intestato a Nicolò Altomare n. 4023600564441519
Per raccolta fondi Rimini:

Nicolò 349 5666110 oppure lab.paz@gmail.com
19 / 8 / 2010
Colletta sociale per i lavoratori stagionali del Hotel Mose.
Oggi pomeriggio Nuovo presidio e iniziativa di lotta fuori dall'hotel mose in fondo a via Tolemaide!
per info dal presidio: Federica 327 3675474
Solidarietà concreta con i lavoratori in lotta dell’Hotel Mosè di Rimini.
La vicenda del mancato pagamento dei salari ai lavoratori dell’hotel Mosè, gestito da una società fantasma che ha in gestione molti altri alberghi in tutta la riviera romagnola, dimostra come molti operatori turistici intendono fare pagare i costi della crisi economica sulle spalle dei loro dipendenti non limitandosi più ad usare il lavoro nero e l’evasione contributiva,ma addirittura lasciando senza il misero salario promesso(800/1000 euro al mese x 10 ore giornaliere) gli stessi.
Dopo 3 giorni di presidio continuo davanti all’Hotel,i lavoratori allontanati dalla direzione per avere iniziato la protesta, sono stremati e privi di qualsiasi mezzo economico,anche per soddisfare esigenze primarie quali il cibo.
Occorre immediatamente dimostrare solidarietà concreta organizzando una sottoscrizione tra tutti coloro che hanno a cuore i diritti dei lavoratori oggi come mai messi in discussione dall’arroganza e dal senso di impunità dei padroni del turismo Riminese.
Per raccolta fondi: Nicolò 349 5666110 oppure lab.paz@gmail.com

domenica 8 agosto 2010

Comunicato stampa: Minacce e sfruttamento. Un fenomeno strutturale

Il 7 luglio 2010 una lavoratrice rumena si presenta allo sportello informativo rivolto ai lavoratori stagionali operante a Cesenatico, per avere informazioni circa i requisiti necessari per inoltrare domanda di indennità di disoccupazione.

La lavoratrice mette al corrente l'operatrice dello sportello del fatto che si trova assunta c/o una struttura alberghiera di Villamarina da circa tre mesi in assenza di contratto firmato e di buste paga maturate, stipendio mensile percepito intorno ai 900 euro.

Diversi sono i lavoratori che quest'anno si sono presentati allo sportello lamentando il suddetto problema, perciò in accordo con le operatrici del Centro dell'impiego si è stabilito di verificare la loro messa in regola e il loro profilo lavorativo degli anni precedenti attraverso una ricerca telematica.

A metà luglio la lavoratrice si reca al Centro dell'impiego e dopo la verifica scopre di essere stata assunta dopo dall'inizio dell'attività con un contratto a chiamata di un ora settimanale, quando in realtà lavora 12 ore al giorno sette giorni su sette; si capisce che con quel tipo di contratto non è possibile produrre i requisiti necessari per inoltrare domanda di indennità di disoccupazione.

Verso il 20/7/10 la lavoratrice si ammala ma nonostante ciò è costretta a lavorare e non solo, le viene negata dal suo datore di lavoro la richiesta di essere accompagnata da un medico.

La sua condizione di salute peggiora e quel punto la lavoratrice chiede l'intervento dell'operatrice che l'accompagna al Pronto Soccorso. Mentre la lavoratrice è all'interno dell'ambulatorio, l'operatrice si accorge che nel frattempo è arrivato il datore di lavoro (il datore di lavoro conosce di vista l'operatrice dal momento che lo sportello si trova nelle vicinanze del suo albergo).

Alla lavoratrice viene diagnostica una gastropatia causata da stress guaribile con terapia farmacologica e riposo di 5 giorni. Lasciato l'ambulatorio dopo aver ritirato il certificato di malattia Inps le due donne si dirigono verso l'uscita dall'Ospedale ma dalla parte opposta perché ad attenderle c'era sempre il datore di lavoro molto spazientito.

Come mai il datore di lavoro si trovava al Pronto Soccorso? Non certo perché preoccupato della salute della sua dipendente, dal momento che le aveva negato , nei giorni precedenti, l'assistenza, ma piuttosto terrorizzato dal fatto che il certificato di malattia spedito all'Inps rivelasse una situazione di lavoro non regolare, visto che il contratto a chiamata di un ora settimanale non da copertura previdenziale.

A questo punto l'operatrice chiede l'intervento di una sua amica (che nulla a che fare con l'Associazione) perché riaccompagni la lavoratrice all'albergo cercando così di evitare l'incontro con il suo datore di lavoro. L'operatrice si reca da sola alla sua vettura trovando ad aspettarla il datore di lavoro, che minaccioso le chiede notizie della sua dipendente.

L'operatrice non risponde, sale in macchina e si avvia verso casa, ma poco dopo si accorge di essere inseguita dal datore di lavoro, e quel punto trovandosi in prossimità del Comando dei Carabinieri di Cesenatico, decide di fermarsi e raccontare l'accaduto.

Al ritorno in albergo la lavoratrice viene sottoposta ad interrogatorio:

chi ti ha accompagnato in Ospedale? Chi ti ha riaccompagnato in albergo ? Perché sei andata all'ospedale? Perché ti sei rivolta a servizi informativi per i diritti dei lavoratori stagionali? Per tutto il tempo relativo al periodo di riposo per malattia la lavoratrice viene sottoposta a questo tipo di interrogatorio.

Il giorno seguente l'operatrice si reca personalmente all'Inps di Cesena per consegnare il verbale contenente una richiesta ispettiva alla ditta che sta sottoponendo la lavoratrice a questo trattamento.

Qualche giorno dopo le ispettrici Inps, si recano presso l'albergo ed interrogano la lavoratrice, terminata l'operazione l'operatrice viene informata telefonicamente dalla lavoratrice che il datore di lavoro la sta sbattendo fuori. La donna infatti lavora e vive nella struttura alberghiera.

L'operatrice interviene sul posto e si trova la medesima in mezzo alla strada con la sue valige e visibilmente spaventata e frastornata, l'operatrice a questo punto fa intervenire i Carabinieri, che accorsi sul posto ascoltano in un primo momento la versione fornita dalla lavoratrice, e poi quella del suo datore di lavoro che la smentisce, e parla di dimissioni volontarie verbali, e che in presenza dei Carabinieri sarebbe disposto ad accoglierla di nuovo alle sue dipendenze.

La lavoratrice afferma di non essere un pacco postale che si scarica e si riprende a seconda delle opportunità e perciò lascia l'albergo e per qualche giorno sarà ospitata presso persone fidate fino a nuova occupazione.

Ma le cose non finiscono qui, dopo due giorni d'accaduto la lavoratrice riceve una telefonata dal marito che si trova in Romania informandola che qualcuno è arrivato a casa sua mandato dal datore di lavoro per dirgli di “convincere” sua moglie a ritirare la dichiarazione/testimonianza che è stata verbalizzata dalle ispettrici Inps.

Nei giorni seguenti è' stato depositato un esposto presso il Comando dei Carabinieri di Cesenatico con i fatti riportati, ed è stato verbalmente informato anche il comandante della Guardia di Finanza di quanto accaduto.


Questo è un singolo episodio, che mette in luce quello che le istituzioni continuano a definire “fenomeno”. Un fenomeno quello dello schiavismo in riviera che è oramai strutturale e interno anche a quelle strutture alberghiere romagnole doc e a gestione famigliare.... Non è di certo una posizione protezionista di stampo leghista che difende la tradizione dell'accoglienza romagnola a risolvere il dramma di una realtà economica che vive sullo sfruttamento, ne le campagne, giuste e sacrosante, verso singole realtà drammaticamente compromesse con la criminalità organizzata a risolverlo.


Noi continueremo a denunciare pubblicamente episodi così gravi e di violenza inaudita. Continueremo a sostenere tutti quei lavoratori e lavoratrici stagionali che vogliono costruire momenti pubblici di rivendicazione dei propri diritti e di insubordinazione alle logiche schiaviste con quel coraggio che loro stessi ci insegnano anche di fronte alle minacce più efferate.

I volontari e le volontarie dell'ass. Rumori Sinistri

Lab. Paz Project @Rimini


sabato 31 luglio 2010

Comunicato stampa: Non sono casi isolati di sfruttamento e schiavitù

L'associazione Rumori sinistri da un osservatorio molto sensibile, come lo sportello per lavoratori e lavoratrici stagionali, proprio in queste ultime ore, restituisce un quadro da bollettino di guerra: lavoratori in nero che si ammalano per l'estrema drammaticità delle condizioni lavorative (monte ore, mansioni svolte, mancanza di giorno di riposo ecc...) e si trovano costretti a lavorare ugualmente; infortuni sul lavoro molto gravi non riconosciuti - nonostante i certificati medici - dagli stessi albergatori che cercano con minacce continue di obbligare il rientro immediato al lavoro.

Continuano i casi, innumerevoli, di lavoratrici romene che pagano i cosiddetti mediatori fino a 1500 euro per avere un posto/contratto di lavoro presso le strutture alberghiere; albergatori che ricoprono anche il ruolo di mediatori (Cesenatico - Villa Marina in particolare) e che trattengono quota dello stipendio delle lavoratrici come compenso per averle assunte (a riguardo è stato depositato un esposto presso la Tenenza della Guardia di Finanza di Cesentatico); lavoratori sbattuti fuori dagli hotel senza preavviso e senza valido motivo, privati quindi dell'alloggio sono costretti a dormire all'aperto.

In tutto il territorio della Costa romagnola sembra diffusa l'applicazione del contratto a chiamata, quando in realtà il lavoro è di tredici ore giornaliere senza giorno di riposo.

La sportello, itinerante a Cesenatico e quello organizzato a Rimini che riceve su appuntamento tramite la diffusione di volantini informativi, ha già raccolto ed accolto, nell'estate 2010, la testimonianza di 180 lavoratori e lavoratrici. Dai dati non emerge un solo caso di lavoro secondo il Ccnl del turismo e in molti casi si tratta di accordi verbali ovvero contratti che non vengono fatti firmare agli interessati e buste paga che non vengono consegnate.

Sostanzialmente questi lavoratori e lavoratrici non sono a conoscenza della tipologia di contratto che è stato loro applicato, ne sono in grado di sapere se avranno diritto o meno all'indennità di disoccupazione, uno dei pochi baluardi e garanzie a difesa del lavoro stagionale rimasto. L'estensione delle precarietà come condizione di vita e lavoro alimentata dalla crisi economica e dalla necessità di denaro/liquidità immediata stanno creando enormi sacche di soggettività escluse dalla ricchezza che essi stessi producono, ricchezza che non solo non viene ridistribuita agli stessi lavoratori/trici ma all'intero territorio costiero, per rimanere nelle mani dei pochi imprenditori dello sfruttamento.

Apprezziamo lo sforzo della Cgil di Rimini e di Cesena nel cercare di affrontare questa emergenza, ci aspettiamo qualcosa di più nel coinvolgimento ai tavoli territoriali con le associazioni di categoria e le Istituzione anche di realtà come la nostra e di “Schiavi in riviera”, realtà che hanno saputo declinare attraverso campagne informative, servizi informativi ai lavoratori/trici stagionali e mobilitazioni nel territorio, la necessità di intervenire in maniera seria ed urgente all'interno di questa situazione allarmante e disarmante. Trovarsi quotidianamente in contatto con lavoratori e lavoratrici che accusano malesseri fisici, patologie determinate dallo stress, dagli abusi e accompagnate da una costante negazione dei diritti basilari di ogni essere umano, ci crea sgomento e indignazione. Il pensiero va ad Eva, la donna e lavoratrice stagionale romena, morta suicida la scorsa estate in circostanze, a nostro avviso, poco chiare.

Le dichiarazione dell'assessore al turismo Gamberini di Rimini, purché condivisibili non sono sufficienti a rispondere a questa emergenza. Gravi invece sono le affermazioni dei Sindaci di Cesenatico, Gatteo Mare, San Mauro e Savignano, atte a sminuire la gravità della situazione e a limitarla a casi sporadici ed isolati, perfettamente in linea con il pensiero del Presidente di A.D.A.C. Barocci. Questo è assolutamente in contrasto con la realtà emersa dall'inizio della stagione estiva, testimoniata dalle varie e diffuse forme di sciopero o protesta presso diverse strutture alberghiere, dagli articoli degli stessi organi di stampa e dai racconti di tanti lavoratori e lavoratrici che si sono recati presso i nostri sportelli o alla Cgil.

Ci rivolgiamo a tutti quegli operatori/imprenditori del turismo che lavorano dentro questo sistema oramai incancrenito cercando di rispettare il diritto di ciascuno ad una vita degna, a coloro che rifiutano lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali come modello strutturale dell'organizzazione del lavoro, a costruire insieme un marchio di qualità “No allo sfruttamento”, seguendo un'iniziativa analoga a Palermo di realtà commerciali che hanno dichiarato pubblicamente di non pagare il PIZZO ai mafiosi.

Per noi questa può essere un'ipotesi di lavoro futura, che guarda al futuro di questo territorio, che da Comacchio a Gabicce Mare, chiede urgentemente un cambiamento.

Associazione Rumori Sinistri - Lab. Paz Project Rimini

lunedì 26 luglio 2010

Il caso Coppola e gli scioperi selvaggi dei lavoratori/trici stagionali: un'anomalia fino ad un certo punto...

Appunti e riflessioni sulle nuove forme di soggettivizzazione dentro le catene schiavistiche alberghiere della Costa romagnola

Dopo la conferenza stampa di presentazione della “Guida per i lavoratori/trici stagionali comunitari e non..”, che è stata l’occasione anche per rompere il piano di omertà intorno al problema dello sfruttamento e denunciare nuovamente la drammatica realtà di sfruttamento che caratterizza e che supporta l’economia della riviera romagnola, ci sembra importante costruire un piccolo report delle varie iniziative di protesta intraprese dai lavoratori e dalle lavoratrici stagionali in questi ultimi due caldi mesi..Elementi comuni a tutti questi lavoratori sono il luogo di lavoro, ovvero uno dei numerosi hotel appartenenti alla catena alberghiera Costa Romagna Hotel e il mancato pagamento in tutti i casi della retribuzione mensile.
... LEGGI TUTTO IL COMMENTO DI ANALISI»

a cura di Lab. Paz Project e ass. Rumori sinistri

Rimini - Continuano le proteste dei lavoratori e lavoratrici stagionali non retribuiti

Esprimiamo la più profonda solidarietà ai dipendenti dell'albergo MARACAIBO di Rivazzurra che nella giornata di mercoledì hanno organizzato un sit-in di protesta fuori dall'albergo, volto a rivendicare i propri diritti di lavoratori, visto che dall'inizio della stagione estiva non percepivano la retribuzione mensile.

Un altro episodio, questo, da aggiungere ai numerosi altri già avvenuti durante questa stagione e che convergono tutti in uno scenario di sfruttamento che caratterizza la riviera romagnola. Uno scenario questo già trattato e denunciato dall'associazione Rumori Sinistri, che nei prossimi giorni cercherà di intraprendere un percorso insieme ai lavoratori e lavoratrici stagionali atto a rivendicare i loro diritti e a contrastare il mercato dello sfruttamento.

Ass. Rumori Sinistri

Lab Paz Project

venerdì 16 luglio 2010

Guida per i/le lavoratori/trici stagionali.. la tensione a sottrarsi ai diktat e a sabotarne le logiche dello sfruttamento

Questa pubblicazione nasce da un lavoro “sotterraneo”. Un lavoro che si muove dal rifiuto dello sfruttamento non solo come modalità che caratterizza il lavoro stagionale dell’industria turistica romagnola, ma lo sfruttamento inteso anche come indifferenza, omertà, poteri forti, isolamento, tutti aspetti che circondano i tanti lavoratori e lavoratrici stagionali che ... ... leggi tutto»

mercoledì 14 luglio 2010

Rimini - Conferenza stampa di presentazione della "Guida per i lavoratori e le lavoratrici stagionali"

Giovedì 15 luglio alle ore 12.30 presso i locali della Casa della Pace
Sono stati invitate: associazioni locali operanti nel settore e la Cgil di Rimini e di Cesentatico

L'Associazione Rumori Sinistri vi invita a partecipare alla conferenza stampa che si terrà giovedì 15 luglio alle ore 12.30 presso i locali della Casa della Pace per la presentazione della Guida informativa rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori stagionali della Riviera realizzata in collaborazione con il Progetto Melting Pot.

La produzione e la diffusione della nuova guida nasce dall'importanza di rendere pratica ed agevole l'informazione riguardante i diritti contrattuali dei lavoratori stagionali, in base alle normative nazionali presenti nel CCNL.Inoltre sarà anche un occasione per una presa di parola sul lavoro d’inchiesta pubblicato dall'Espresso on-line il giorno 21/06/2010 dal titolo "Le schiave della Romagna" nato dal lavoro della nostra Associazione.

La diffusione della guida informativa e l'attività d'inchiesta dello sportello stagionali aprono scenari nuovi di denuncia nel meccanismo di gestione del pacchetto turistico "tutto compreso", smaschera l'omertà di chi in tutti questi anni ha venduto prodotti e servizi sfruttando il personale e dichiarando al fisco solo un decimo di quello prodotto procurando un "buco nero" all'erario pari a 5 milioni di euro.

Crediamo sia importante in questo momento continuare il lavoro di informazione/supporto nei confronti di chi lavora ridotto in schiavitù e di denuncia nei confronti di chi continua a produrre ricchezza non ridistribuita attraverso l’evasione fiscale e lo sfruttamento di esseri umani.Così come è importante da parte della stampa locale (cosi come lo è stato per quella nazionale) continuare a tenere informata la popolazione e l’opinione pubblica sulla grave e palese situazione di illegalità in cui versa l’economia turistico/balneare del nostro territorio.

La guida verrà pubblicata on line sul sito del Progetto Melting Pot e sul blog dell'associazione a partire da giovedì.


Le volonatarie e i volontari dell' Ass. Rumori Sinistri

ass.rumorisinistri[at]gmail.com

http://associazionerumorisinistri.blogspot.com/