Qualche
settimana fa sulle pagine dei quotidiani locali è apparsa la notizia che due albergatori di Cesenatico (padre e
figlio) sono stati condannati rispettivamente a 5 e 6 mesi di reclusione per
resistenza a pubblico ufficiale in concorso e lesioni personali ai danni di due
ispettori del lavoro.
Come recita una nota
di Living Cesenatico, era il 19
giugno 2009, quando nella struttura ricettiva di Cesenatico si presentarono due
ispettori del lavoro per verificare il rispetto delle norme in materia di
lavoro nei confronti del personale dipendente dell’hotel. Visita poco gradita dai due albergatori (padre e figlio) che,
nel corso del controllo disposto dalla Direzione Territoriale di
Forlì-Cesena, hanno avuto un comportamento
aggressivo con urla e minacce, opponendo resistenza ai due pubblici
ufficiali incaricati dell’ispezione, impedendogli di condurre e continuare il
controllo. Inoltre gli albergatori hanno allontanato,
con violenza, i due ispettori. Il figlio, anche lui gestore dell’hotel
insieme al padre, aveva anche procurato lesioni a uno dei due ispettori. Trauma
toracico e danneggiamento del cavo orale, con una prognosi di 8 giorni.
Conosciamo
bene questi due albergatori, in
particolare il padre, poiché nell’estate del 2011 sono stati coinvolti in una vicenda simile di violenza ed aggressionequesta volta però ai danni di 4 lavoratrici presso un’altra struttura ricettiva di Gatteo Mare che
i due albergatori gestivano insieme.
Le quattro
lavoratrici – due delle quali sono state reclutate attraverso reti
internazionali ed agenzie di intermediazione rumene - hanno richiesto
informazioni agli attivisti di “Rumori Sinistri”, e più precisamente allo Sportello
informativo per lavoratori e lavoratrici stagionali.
Dal momento
che molto spesso il Lavoro Gravemente Sfruttato è supportato da dispositivi
paraschiavistici che vengono utilizzati per produrre profitto illegale, le
lavoratrici (su sollecitazione degli attivisti di Rumori sinistri) hanno deciso
di seguire un percorso di emersione, attraverso l’invio di una richiesta
ispettiva agli organi preposti. Il tentativo tuttavia non ha conseguito gli
obiettivi desiderati, dal momento che l’albergatore è stato informato delle
intenzioni delle lavoratrici da alcune colleghe. Conseguentemente, tre delle
quattro cameriere ai piani che si sonno rivolte allo sportello informativo,
hanno fatto ricorso alle cure del locale Pronto Soccorso, in seguito alla
violenza verbale e alle minacce agite dal datore di lavoro venuto a conoscenza
della denuncia presentata agli organi ispettivi. Nei referti del PS si leggeva:
“crisi di panico, stress psicofisico” con prognosi dai 7 ai 3
giorni. Durante la permanenza al PS alle tre lavoratrici sono stati
somministrati alcuni ansiolitici.
Solo
attraverso il prezioso contributo dell’avvocato
Raffaele Pacifico del Foro di Forlì (consulente
legale di ADL Cobas e Rumori Sinistri), è stato possibile curare al meglio e
presentare l’esposto trasformandolo in
una querela per il reato di “riduzione in
schiavitù”. Infatti il 17 maggio 2012 l'avvocato, in possesso di
specifiche procure notarili inviategli dalle quattro lavoratrici dalla Romania,
depositava presso il comando dei carabinieri di Cesena un fascicolo di
cinquanta pagine, nel quale si esponevano i fatti avvenuti. Neanche un anno dopo
la denuncia (marzo 2013), il GIP
ha disposto un decreto penale di condanna ai danni dell'albergatore.
Il decreto
di condanna a carico dell'albergatore, benché contenga quasi tutti gli elementi
indicati in denuncia, era stato qualificato dalla Procura come artt.610 comma 1
C.P. e 81 comma secondo C.P.
La Procura
ha inteso riqualificare il fatto da "riduzione in schiavitù"
e "mobbing" in una ipotesi sempre procedibile d'ufficio
ma senz'altro meno grave di quella iniziale: violenza privata aggravata.
L'udienza di
domani - giovedì 16 aprile presso il
Tribunale di Forlì - è quindi lo step successivo al ricorso che l'albergatoreha presentato attraverso i suoi legali per impugnare il decreto penale dicondanna e sarà un’udienza molto
importante perché le quattro
lavoratrici testimonieranno davanti al giudice in quanto si sono costituite
parte civile contro l’albergatore VIOLENTO, reo anche di insolvenza parziale del salario come testimoniato dai conteggi
elaborati da ADL Cobas e che verranno presentati durante il dibattimento.
“Il
presente procedimento penale rappresenta quindi – ha affermato Sandra
Polini di Rumori sinistri e delegata sindacale ADL Cobas - un ulteriore
occasione per far emergere al meglio la vicenda dal momento che in questo procedimento,
tramite l'avvocato Raffele Pacifico, le lavoratrici si sono costituite parte
civile”. “Il primo risultato di un percorso dove si pone al centro -
continua Polini - non solo l'emersione del Lavoro Gravemente Sfruttato ma
anche l’autorganizzazione delle lavoratrici”, capaci di agire
conflittualità contro una piccola impresa, ma paradigmatica dell’essenza del
capitalismo odierno.
Per
Sandra Polini (delegata sindacale ADL Cobas e volontaria dell’associazione
Rumori Sinistri), che a sua volta è stata querelata dall’albergatore violento in
un procedimento che vedrà la prima udienza a novembre 2015, sono almeno due le riflessioni su questa vicenda: “ADL Cobas e Rumori Sinistri chiederanno alle
istituzioni preposte che di fronte a questo tipo di recidiva venga tolta la licenza a tutti quegli albergatori
che agiscono la violenza su un
duplice binario. Da un lato come strumento
di sfruttamento ai danni dei lavoratori stagionali dall’altro come strumento di difesa contro i pubblici
ufficiali incaricati dalle Direzioni Territoriali del Lavoro delle ispezioni,
impedendogli di condurre il controllo per verificare il rispetto delle norme in
materia di lavoro nei confronti del personale dipendente degli hotels.”
L’illegalità
diffusa nell’ambito di questo settore economico agita su vari livelli dagli
imprenditori del turismo, ha da
sempre goduto da parte di tutte le realtà istituzionali e dalle stesse
amministrazioni di un alto grado di
tolleranza. “È un aspetto di una cultura che
è radicata in questo territorio – prosegue Sandra Polini - e che è stata messa in discussione
attraverso un lavoro intelligente e coraggioso , fatto di inchieste e denunce, ma
anche di autorganizzazione delle lavoratrici stagionali, azioni finalizzate a cambiare
il volto di questa economia che utilizza il Lavoro Gravemente Sfruttato e forme
di para schiavismo per sostenersi. E’ arrivato il momento che le Istituzioni
agiscano contro questi imprenditori del turismo violenti e professionisti dell’illegalità”.
DIRITTI
REDDITO DIGNITA’
ADL Cobas – ass.Rumori
Sinistri Rimini
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