La riforma potrebbe essere
l’ulteriore mazzata: servono 91 giorni di lavoro invece di 78 Contratti
impossibili o in ritardo, difficile quest’anno ottenere l’assegno di
sussistenza
di Annalisa Boselli
RIMINI. Stagione corta, l’indennità rischia di saltare e l’importo di essere dimezzato. E’ il pericolo cui potrebbero andare incontro oltre 15mila stagionali (questo il dato di coloro che lo scorso anno hanno beneficiato dell’indennità di disoccupazione stagionale in provincia di Rimini) a causa della crisi economica, della psicosi terremoto e delle nuove regole della riforma del mercato del lavoro che potrebbe entrare in vigore già da quest’anno.
Tutti fattori che hanno fatto balzare in avanti l’inizio della stagione e rallentato, in massa, le assunzioni. Un dato su tutti dà un’idea di come siano crollate, anche solo da un anno all’altro: quasi 1.800 in meno (1.798 per la precisione) rispetto al 2011 coloro che sono riusciti ad accaparrarsi un contratto di lavoro tra aprile, maggio e giugno, i mesi in cui storicamente avvengono le assunzioni stagionali, secondo il bollettino del lavoro del Centro per l’impiego di Rimini. Un segnale negativo che lo stesso centro non aveva potuto fare a meno di notare, commentando: «Il dato negativo del secondo trimestre assume particolare rilievo dato che nei mesi di aprile, maggio e giugno si concentra solitamente una quota superiore al 40% di tutte le assunzioni registrate nell’anno a livello provinciale per effetto della notevole domanda di lavoro stagionale espressa dal comparto turistico». Basta pensare che nel secondo trimestre del 2011 si è realizzato il 43% di tutti gli avviamenti annuali. Il sommerso. «Trovare un lavoro temporaneo (regolare) potrebbe sembrare un privilegio». Era l’allarme denunciato dalla Filcams-Cgil di Rimini solo qualche giorno fa. Il sommerso ha tante facce: non è solo il classico lavoro nero che pur continua ad essere una presenza ingombrante; ci sono anche buste paga non consegnate o errate, contributi non versati, il mancato rispetto delle norme sulla salute, un part time che nasconde un tempo pieno a volte pienissimo, un lavoro intermittente (a chiamata) che non ha rispetto dei riposi giornalieri e settimanali, un contratto parasubordinato che ha ancora più vincoli di un rapporto da lavoro dipendente. Tutti stratagemmi che, se per i datori di lavoro sono “anti-crisi”, per i dipendenti si rivelano sfavorevoli anche ai fini di ottenere i famosi 78 giorni lavorativi per avere diritto alla indennità di disoccupazione stagionale.
Stagione mini. «Constatiamo - spiega Isabella Pavolucci, segretario generale della Filcams-Cgil di Rimini - che quest’anno i lavoratori sono messi in regola per tempi inferiori. Quest’estate potrebbero raggiungere con difficoltà i 78 giorni che servono per ottenere la disoccupazione, complice la crisi che ha fatto ritardare gli arrivi e di conseguenza la stagione per i lavoratori». Ma non è detto che, conti alla mano, alla fine il numero dei beneficiari sia inferiore. Insomma, il conto per lo Stato e quindi i contribuenti, non diminuirà. «Anzi potrebbe aumentare, dato che è in aumento chi ha perso il lavoro fisso ma non ha i requisiti per accedere all’ordinaria e alla fine farà domanda per quella ridotta».
Caos riforma. E gli stagionali potrebbero essere ancora più penalizzati dalla nuova riforma del mercato del lavoro che, per ottenere l’indennità, richiede circa 91 giornate lavorative al posto delle 78. «Al momento c’è incertezza su quando fare la domanda, aspettiamo che Inps o ministero emettano delle circolari in proposito. Se entrasse in vigore da subito, si dovrebbero pure affrettare le pratiche perché occorre inoltrare la domanda al massimo 60 giorni dopo la fine del contratto».
Importo ridotto. Se davvero la riforma dovesse entrare in vigore già da quest’anno l’importo dell’indennità scenderà dal 30 al 40% rispetto al vecchio sistema di calcolo. «Ed è questo - afferma Gianluca Bagnolini, segretario generale della Fisascat-Cisl di Rimini - un dettaglio che ci preoccupa, perché con le regole nuove l’importo si calcola per la metà delle settimane».
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