Se scadono i termini, non sarà più
possibile assumere in apprendistato i minorenni C’è un vuoto legislativo
non ancora colmato dalla Regione. L’appello dei consulenti
di Annalisa Boselli
RIMINI. Oltre mille giovani minorenni rischiano di lavorare in nero questa estate. E’ il paradosso cui potrebbero andare incontro gli stagionali che non hanno ancora raggiunto la maggiore età e che ogni estate trovano lavoro. La ragione? Un vuoto legislativo che non è ancora stato colmato dalla Regione, organo competente in materia di regolamentazione dei profili formativi dell’apprendistato. Il nuovo testo unico, riformato a settembre 2011, prevede che per l’apprendistato di prima fascia (quello in questione) sia rimessa alle Regioni la regolamentazione dei profili formativi. E se, appunto, l’ente non legifera per l’assunzione degli apprendisti di prima fascia entro il 24 aprile, un migliaio di giovani (dato del centro dell’impiego relativo agli occupati da maggio a settembre 2011) potrebbe trovarsi senza una tipologia contrattuale adatta. «Ma l’accordo per l’attuazione di tale tipologia - afferma Carlo Dall’Ara, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro che in questi giorni, oltre a sollecitare la Regione, ha sottoposto il caso all’assessorato al lavoro della Provincia - potrebbe rivelarsi difficile senza una ferma volontà delle parti in causa. In questo caso, trascorso il periodo di regime transitorio che scade tra poco non sarà più possibile assumere in apprendistato lavoratori minorenni, neanche stagionali. E’ fondamentale che la Regione legiferi per tempo proprio per evitare il rischio che i giovani alla loro prima esperienza si trovino subito a misurarsi con la piaga del lavoro nero. Lo stesso vale per le aziende che assistiamo e con le quali svolgiamo un’opera di educazione di rispetto delle norme. Pertanto, la nostra proposta è prevedere per i minorenni che abbiano già assolto l’obbligo scolastico e che continuino a studiare e che vogliano lavorare d’estate, un percorso formativo specifico tale da consentire, tramite un regolare contratto, di coltivare tali opportunità lavorative».
L’alternativa al lavoro nero in assenza di legislazione potrebbero essere i voucher o buoni lavoro. Nati per “regolarizzare” occupazioni occasionali come, solo per fare un esempio, lavori di baby sitter o ripetizioni, rischierebbero «un uso improprio». «Un voucher non può sostituire un regolare contratto di lavoro. Anche per via della diversa capacità contributiva, di molto inferiore, che c’è tra un contratto da apprendistato e dei buoni lavoro».E ciò appare ancora più importante in un momento in cui si andrà in pensione con il calcolo contributivo, ovvero l’importo della pensione sarà versato sulla base di contributi versati. «Per tutte queste ragioni, vorrei rivolgere un appello a tutte le forze politiche e sociali, associazioni di categoria e sindacati dei lavoratori per sollecitare la soluzione di questo problema».La preoccupazione dell’ordine dei consulenti sul lavoro è tale da aver già promosso il tema alla Provincia. «Abbiamo sollecitato la Provincia, in modo particolare, l’assessore alle politiche lavorative Meris Soldati, perchè si faccia promotrice di un tavolo assieme alle altre forze sociali per redigere un documento comune da mandare in Regione. Vorremmo avviare i giovani alla loro prima esperienza occupazionale già con la cultura del lavoro e non metterli in una condizione a rischio irregolarità già in partenza».
RIMINI. Oltre mille giovani minorenni rischiano di lavorare in nero questa estate. E’ il paradosso cui potrebbero andare incontro gli stagionali che non hanno ancora raggiunto la maggiore età e che ogni estate trovano lavoro. La ragione? Un vuoto legislativo che non è ancora stato colmato dalla Regione, organo competente in materia di regolamentazione dei profili formativi dell’apprendistato. Il nuovo testo unico, riformato a settembre 2011, prevede che per l’apprendistato di prima fascia (quello in questione) sia rimessa alle Regioni la regolamentazione dei profili formativi. E se, appunto, l’ente non legifera per l’assunzione degli apprendisti di prima fascia entro il 24 aprile, un migliaio di giovani (dato del centro dell’impiego relativo agli occupati da maggio a settembre 2011) potrebbe trovarsi senza una tipologia contrattuale adatta. «Ma l’accordo per l’attuazione di tale tipologia - afferma Carlo Dall’Ara, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro che in questi giorni, oltre a sollecitare la Regione, ha sottoposto il caso all’assessorato al lavoro della Provincia - potrebbe rivelarsi difficile senza una ferma volontà delle parti in causa. In questo caso, trascorso il periodo di regime transitorio che scade tra poco non sarà più possibile assumere in apprendistato lavoratori minorenni, neanche stagionali. E’ fondamentale che la Regione legiferi per tempo proprio per evitare il rischio che i giovani alla loro prima esperienza si trovino subito a misurarsi con la piaga del lavoro nero. Lo stesso vale per le aziende che assistiamo e con le quali svolgiamo un’opera di educazione di rispetto delle norme. Pertanto, la nostra proposta è prevedere per i minorenni che abbiano già assolto l’obbligo scolastico e che continuino a studiare e che vogliano lavorare d’estate, un percorso formativo specifico tale da consentire, tramite un regolare contratto, di coltivare tali opportunità lavorative».
L’alternativa al lavoro nero in assenza di legislazione potrebbero essere i voucher o buoni lavoro. Nati per “regolarizzare” occupazioni occasionali come, solo per fare un esempio, lavori di baby sitter o ripetizioni, rischierebbero «un uso improprio». «Un voucher non può sostituire un regolare contratto di lavoro. Anche per via della diversa capacità contributiva, di molto inferiore, che c’è tra un contratto da apprendistato e dei buoni lavoro».E ciò appare ancora più importante in un momento in cui si andrà in pensione con il calcolo contributivo, ovvero l’importo della pensione sarà versato sulla base di contributi versati. «Per tutte queste ragioni, vorrei rivolgere un appello a tutte le forze politiche e sociali, associazioni di categoria e sindacati dei lavoratori per sollecitare la soluzione di questo problema».La preoccupazione dell’ordine dei consulenti sul lavoro è tale da aver già promosso il tema alla Provincia. «Abbiamo sollecitato la Provincia, in modo particolare, l’assessore alle politiche lavorative Meris Soldati, perchè si faccia promotrice di un tavolo assieme alle altre forze sociali per redigere un documento comune da mandare in Regione. Vorremmo avviare i giovani alla loro prima esperienza occupazionale già con la cultura del lavoro e non metterli in una condizione a rischio irregolarità già in partenza».
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