domenica 23 marzo 2014

Comunicato stampa sul contratto integrativo territoriale sottoscritto a Cesenatico da associazioni di categoria e sindacati confederali

Entrerà in vigore dal 31 marzo 2014 il contratto integrativo territoriale per i lavoratori stagionali del settore turistico siglato dai sindacati confederali e da ADAC e Federalberghi.
Rispetto a quanto è stato sottoscritto dalle associazioni di categoria della provincia di Forlì-Cesena e dai sindacati vogliamo enunciare alcune cose.
Il problema non è tanto firmare degli accordi con chi rappresenta gli interessi delle categorie turistiche/economiche ed arrivare ad una sintesi (se portassero ad un vero risultato per i lavoratori), bensì il fatto che nessun albergatore rispetta i contratti e i sindacati confederali non agiscono il conflitto sui luoghi di lavoro.
I signori firmatari lo sanno bene.
Gli alberghi sono aziende turistiche che praticano l'illegalità perché pur esistendo dei limiti allo sfruttamento lavorativo (contratto) loro non li rispettato, ne li applicano.
Per queste ragioni consideriamo negativo questo accordo, poiché:
a) non apporta miglioramenti significativi alle condizioni materiali di lavoro e sfruttamento imposte dagli imprenditori turistici ai lavoratori stagionali;
b) adotta misure per adeguarsi alla Riforma Fornero senza che i sindacati muovano critiche a tale legge, in particolare sulla flessibilità e il ricatto lavorista;
c) rimarrà sulla carta, visto che nessun albergo rispetta le regole, per la disonestà predatoria degli albergatori e l'impotenza (ed incapacità di agire e produrre il conflitto) dei sindacati confederali... nonostante i lavoratori stagionali siano migliaia in tutta la Costa Romagnola e centinaia nella sola Cesenatico.
Il presidente di ADAC (Giancarlo Barocci) si dichiara soddisfatto dell’accordo firmato, e su questo non possiamo esprimere dubbi, la strada per lui sembra spianata.
Considerando anche che questo accordo non prevede nessun controllo rispetto al reclutamento di manodopera attraverso le agenzie di intermediazione romene svolgenti un’attività, che secondo la legge italiana, è illegale.
Parliamo di un aspetto dell’economia turistica che impiega forza lavoro pagante, spostando centinaia e centinai di donne e uomini dalle zone più povere della Romania, attraverso meccanismi di reclutamento che utilizzano molto spesso dispositivi di assoggettamento dei lavoratori e lavoratrici che vanno dai semplici ricatti, al sequestro dei documenti di identità, alle minacce di morte, ad un debito da risarcire, a intimidazioni e atti di violenza contro i famigliari in Romania. Sono quindi ben altre le misure che andrebbero intraprese a partire dagli strumenti classici in mano ai sindacati quali: lo sciopero, il blocco della produzione, in buona sostanza la lotta!
Reddito per tutti/e sfruttamento per nessuno!

ADL Cobas Emilia Romagna – Ass. Rumori Sinistri
*nella foto l'art. del Corriere Romagna del 19 marzo sul contratto integrativo

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