sabato 1 settembre 2012

Negli alberghi si lavora anche a cottimo | dal Nuovo Quotidiano di Rimini del 1 settembre 2012

Cinquanta i casi segnalati durante questa estate. In mezzo ci sono anche le agenzie che hanno sede nell'Est Europa
RIMINI La piaga del lavoro nero non allenta la presa in provincia. Anche se bisognerà attendere ancora qualche giorno per avere dei dati più precisi e completi, perlomeno in relazione al secondo trimestre dell’anno, dalle oltre 50 segnalazioni raccolte quest’estate dall’associazione Rumori Sinistri. Sono principalmente provenienti dal settore turistico, alberghiero in particolare, e sembrano trovare conferma infatti le linee di tendenza già registrate negli ultimi tre anni e nel primo trimestre di quello in corso. Vale a dire la sempre maggior diffusione del lavoro intermittente specie appunto nell’ambito dei servizi, che spesso nasconde una parte anche consistente di ore non regolarizzate, e la presenza in misura ancora notevole di lavoratori senza alcun tipo di contratto. “Se la maggior parte delle persone che ci hanno esposto il proprio caso (la stragrande maggioranza è formata da cameriere e tuttofare impiegate negli alberghi, italiane e soprattutto dell’Est Europa) possedeva infatti un contratto a chiamata, pur in presenza di una giornata lavorativa mediamente di 12-15 ore – spiega Manila Ricci dell’associazione Rumori Sinistri - diversi sono stati anche coloro che hanno rivelato di lavorare completamente in nero. Segno di un fenomeno che è purtroppo duro a morire, nonostante i maggiori controlli effettuati negli ultimi mesi dagli organi competenti, comunque insufficienti vista la moltitudine di aziende da ispezionare”. Ma a rendere quest’anno lo scenario generale ancora più inquietante ci si è messa una novità che – dice ancora la Ricci – “davvero non ci aspettavamo e che ci fa ripiombare di colpo in un passato che speravamo di esserci lasciati ormai da tempo alle spalle. Mi riferisco al ritorno del lavoro a cottimo, vale a dire lavoratrici, in alcuni casi completamente in nero, pagate negli alberghi per il numero di camere pulite nell’arco di tempo messo a disposizione anziché per quello di ore effettuate”. Non è poi mancato anche quest’anno qualche caso di persone che hanno ricevuto solo lo stipendio del primo mese di lavoro, aprile: si tratta prevalentemente di cameriere e donne delle pulizie rumene che – altra novità di quest’anno - hanno firmato il contratto, anziché come avviene di norma con la società che gestisce l’albergo, con un’agenzia di intermediazione del proprio paese (si tratta di quelle strutture che forniscono ormai da diversi anni personale a molti hotel della riviera, ndr). Nei primi tre mesi dell’anno su 174 ispezioni effettuate dalla Direzione territoriale del lavoro in tutta la provincia, le irregolarità riscontrate avevano riguardato ben il 66% dei casi. In un 47,22% si trattava di lavoro nero (80 i lavoratori trovati senza contratto solo nelle strutture dell’hotel Mosè). Sono 13 in totale le richieste di sospensione di attività imprenditoriale notificate dall'ispettorato del lavoro, provvedimento che scatta in automatico quando oltre il venti per cento dei lavoratori è in nero. Di queste 10 solo a Rimini: 7 pubblici esercizi, 2 aziende edilizie e una di servizi. Ma in tutti gli 8 cantieri controllati sono state individuate comunque delle irregolarità, sia per assunzioni che per le norme di sicurezza. Quadro altrettanto preoccupante era emerso dai dati dello scorso anno: su 1.268 controlli le irregolarità avevano riguardato il 56,55% dei casi, percentuale che sale al 60,65% nel capoluogo.

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