"Ingaggiamoci" contro lo sfruttamento delle e dei migranti
Uniti contro il lavoro nero e la schiavitù
“Ingaggiami contro il lavoro nero” è la campagna lanciata anche quest’anno da Finis Terrae e dalle Brigate di solidarietà attiva, campagna che promuove un campo di accoglienza rivolto ai lavoratori stagionali raccoglitori di angurie e pomodoro, a Nardò – Lecce dal 15 giugno al 30 agosto.
E’ all’interno di questa iniziativa e campagna che hanno preso vita gli scioperi autorganizzati dei braccianti e le mobilitazioni di questi giorni.
La campagna rappresenta un punto di partenza per la sensibilizzazione e l’acquisizione dei diritti base dei lavoratori migranti, contro lo sfruttamento del lavoro nero e la logica del caporalato, con iniziative simili a quanto accaduto lo scorso anno durante la stagione estiva a Rimini, con i primi scioperi spontanei dei lavoratori e delle lavoratrici dell’industria turistica emiliano romagnola e a Reggio Emilia sulla questione dello sfruttamento in edilizia.
La messa al lavoro dei migranti oggi, attraverso la crisi, ripropone non solo la centralità dei migranti nei processi produttivi, ma la totale messa al lavoro del bios nella sua interezza, con un piano di aggressività della normazione e del confinamento sui corpi che aggrava i dispositivi di sfruttamento conosciuti fino ad ora.
Ampio spazio a questo tema era stato dato anche all’interno dell’assemblea nazionale “Uniti contro la crisi per i diritti dei migranti” tenutasi il 19 febbraio al Lab. Aq16 di Reggio Emilia, assemblea in cui con due documenti presentati da realtà del sud (Rete Radici/Ex Canapificio) e nord d’Italia (Città migrante e Rumori sinistri), era stata tracciata la necessità di individuare sul terreno dello sfruttamento e della continua produzione di clandestinità -che favorisce queste processi di subordinazione al capitale e ai dispositivi del lavoro schiavistico - un percorso comune fra le varie realtà nazionali, per certi versi simile alla campagna Welcome per l’accoglienza degna e contro la detenzione dei e delle migranti.
La campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” può essere sostenuta da tutti e tutte con un contributo a sostegno del campo e dei lavoratori, una cassa di resistenza contro lo sfruttamento, per cui chi volesse contribuire può farlo inviando un contributo al seguente IBAN:
E’ all’interno di questa iniziativa e campagna che hanno preso vita gli scioperi autorganizzati dei braccianti e le mobilitazioni di questi giorni.
La campagna rappresenta un punto di partenza per la sensibilizzazione e l’acquisizione dei diritti base dei lavoratori migranti, contro lo sfruttamento del lavoro nero e la logica del caporalato, con iniziative simili a quanto accaduto lo scorso anno durante la stagione estiva a Rimini, con i primi scioperi spontanei dei lavoratori e delle lavoratrici dell’industria turistica emiliano romagnola e a Reggio Emilia sulla questione dello sfruttamento in edilizia.
La messa al lavoro dei migranti oggi, attraverso la crisi, ripropone non solo la centralità dei migranti nei processi produttivi, ma la totale messa al lavoro del bios nella sua interezza, con un piano di aggressività della normazione e del confinamento sui corpi che aggrava i dispositivi di sfruttamento conosciuti fino ad ora.
Ampio spazio a questo tema era stato dato anche all’interno dell’assemblea nazionale “Uniti contro la crisi per i diritti dei migranti” tenutasi il 19 febbraio al Lab. Aq16 di Reggio Emilia, assemblea in cui con due documenti presentati da realtà del sud (Rete Radici/Ex Canapificio) e nord d’Italia (Città migrante e Rumori sinistri), era stata tracciata la necessità di individuare sul terreno dello sfruttamento e della continua produzione di clandestinità -che favorisce queste processi di subordinazione al capitale e ai dispositivi del lavoro schiavistico - un percorso comune fra le varie realtà nazionali, per certi versi simile alla campagna Welcome per l’accoglienza degna e contro la detenzione dei e delle migranti.
La campagna “Ingaggiami contro il lavoro nero” può essere sostenuta da tutti e tutte con un contributo a sostegno del campo e dei lavoratori, una cassa di resistenza contro lo sfruttamento, per cui chi volesse contribuire può farlo inviando un contributo al seguente IBAN:
IT10 N033 5901 6001 0000 0018 770
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