Nel corso di quest'ultima settimana sono due gli alberghi finiti nel mirino dei controlli della polizia municipale e della ausl di Rimini.
L'hotel Mosè e l'hotel Punta nord, conosciuti grazie alla cronache della scorsa estate, per le mobilitazioni che hanno visto protagonista sulla scena le prime forme di sciopero nel settore del lavoro stagionale.
L'estate 2011 è alle porte e con essa tutte quelle specificità di un mercato del lavoro, quello turistico/stagionale, che riproducono in maniera stantia pratiche di sfruttamento di manodopera oramai strutturali dentro processi però nuovi, dovuti alla crisi economica, alla globalizzazione, alle mancate politiche a sostegno dei redditi in tutto il territorio europeo.
Per questo i processi di ridefinizione sul terreno del lavoro paraschivistico stagionale hanno aperto e consolidato nuove forme di schivitù e di tratta di essere umani dall'est Europa ed in particolare dalla Romania (dove due volontarie dell'ass. Rumori sinistri hanno partecipato nei giorni scorsi ad un seminario europeo contro la tratta di esseri umani), con l'espulsione da questo settore lavorativo di tanti italiani ed italiane.
Affermare questo non significa muoversi sul terreno oramai consolidato della guerra fra i poveri, stagionali italiani e non, ma semplicemente dire che una battaglia per il lavoro oggi significa agire per la legalità nel lavoro per l'applicazione di tutti quegli istituti che esistono, come il CCNL e che costatemente da più di quarant'anni vengono messi in deroga per favorire la riproduzione di una ricchezza che rimane nelle mani di pochi (albergatori, commercianti ecc) e non diffusa e ridistribuita fra chi la produce.
Lavorare meno lavorare tutti, slogan proposto dagli attivisti del Paz, durante l'azione presso l'Associazione albergatori nella giornata dello sciopero generale, ha proprio questo scopo, quello di ritessere delle relazioni fra gli indivisualismi e i razzismi prodotti dalle politiche del lavoro, che grazie allo sfruttamento hanno prodotto accessi differenziati alla sfera dei diritti e espulso molti lavoratori da questo settore, nonchè favorire e far prosperare pratiche diffuse di tratta di esseri umani dalla Romania e le infiltrazioni della criminalità organizzata.
Lavorare meno lavorare tutti, significa rimettere al centro un turismo dal volto umano, un turismo dei beni comuni, in cui le persone e il territorio cooperano per la vita e una prosperità futura che guarda al mondo con la stessa forza con cui in queste settimane migliaia di persone si stanno spendendo per i referendum per l'acqua e contro il nucleare o che animano le piazze spagnole.
Ed è dentro la specificità di questa gestione violenta del lavoro stagionale che ritroviamo tutto il percorso fatto in questo ultimo anno contro il paradigma Marchionne o la riforma Gelmini, perchè figli, tutti, di quel modello di società che sta ridefinendo in maniera chiara un nuovo orizzonte di schiavitù e precarietà per tutti e tutte.
C'è molto da fare, fra poco ripartiranno le attività in strada dello sportello informativo per i lavoratori stagionali dell'ass. Rumori sinistri, per chi attraverserà le strade della riviera romanagnola oltre a Cesenatico potrà incontrare questa straordinaria esperienza anche a Rimini oppure ascoltare la loro esperienza nell'incontro "Sfruttamento lavorativo: l’altra faccia della produzione di clandestinità." che si terrà venerdì 3 giugno alle ore 18.30 (all'interno di Interazioni 2011) in cui interverranno anche rappresentanti Cgil Rimini campagna Stop al caporalato e Federica Zambelli Ass. Città Migrante Reggio Emilia.
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