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Rimini - Report presidio post Rosarno... La mafia e lo sfruttamento affondano le loro radici quando non trova lungo la strada impedimenti
Come report del presidio "Quello che è accaduto a Rosarno non può lasciarci in silenzio", l'intervento di Sandra una compagna del Paz che sta seguendo, più di altri, un intervento sul territorio intorno al tema dello sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici stagionali.
"Quello che è accaduto a Rosarno, non la giusta insorgenza dei migranti, ma quello che l’ha provocata non è un fatto straordinario ma ordinario. Si tratta della schiavitù alla quale sono rilegati anche nella nostra città e Regione tantissimi cittadini migranti di ogni origine e provenienza, sfruttati dentro il caporalato nell’agricoltura, nell’edilizia, nell’economia Turistico/alberghiera.
L'Associazione rumori sinistri da 2 anni conduce un lavoro di inchiesta di quel fenomeno che sostiene l’economia turistica di questo territorio, vale a dire la richiesta della manodopera a bassissimo costo che riesca a far sopravvivere il mercato turistico da tempo in agonia. Questo lavoro è partito soprattutto grazie all'impegno degli attivist* del Laboratorio sociale Paz.
Attraverso la nostra indagine siamo riusciti a ricostruire quella rete che gestisce il reclutamento di lavoratori/ci attraverso figure di lavoratori italiani che nei paesi dell’est europeo hanno aperto agenzie preposte a questa mansione. Fino a 1000€ il prezzo di un contatto di lavoro stagionale, che lavoratori/ci sono stati obbligati a pagare per essere assunti nelle strutture alberghiere, per un lavoro di 13-14 ore 7 gg su 7 e per uno stipendio percepito di 900 € mensili. Questo 10 anni fa circa, oggi la media salariale ha avuto un incremento di 100/200 €. Sempre attraverso la testimonianza di alcuni lavorator* romeni impiegati nel settore agricolo, addetti alla raccolta delle fragole nelle campagne fra Gatteo e Gambettola, ci siamo trovati di fronte ad un panorama di sfruttamento anche più raccapricciante: lavoratori impiegati per 13/14 ore giornaliere 7 gg su7 per uno stipendio di 400 € mensili. I lavoratori assunti in questo settore si trovano a dover pagare un mediatore che in alcuni casi corrisponde con la figura del datore di lavoro. A queste persone viene impedito di lasciare il l’Italia perchè il datore di lavoro trattiene loro i documenti d’identità, per cui ci troviamo di fronte a dei lavoratori che subiscono un vero e proprio sequestro di persona. Chi ha provato a ribellarsi è stato punito.Viviamo in un paese che è sto consegnato alla mafia, quella mafia che controlla e gestisce il mercato del lavoro stagionale, che ha costretto tanti lavoratori a doversi pagare un lavoro da schiavi e che ha costretto la manodopera locale ad accettare salari e condizioni vergognosi. La cosa più raccapricciante è che di fronte a questo fenomeno nessuno fa e dice nulla. La mafia affonda le sue radici quando non trova lungo la strada impedimenti e di impedimenti ne ha riscontati pochi qui."
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