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lunedì 6 aprile 2015

Rimini: Da Natale a Venerdì Santo, il quinto homeless morto in condizioni disumane. La via crucis dei poverissimi.



Un nuovo povero è morto.
Apprendiamo dalla stampa che Venerdì Santo, a Rimini, un cittadino europeo senzacasa ha perso la vita in una dimora di fortuna: l'ex-Corial, un capannone abbandonato da moltissimi anni. La segnalazione è stata fatta dalle persone che hanno condiviso con lui quel tetto in quell'ultima notte e che, dopo aver informato le forze dell'ordine del decesso e dello stato di salute precario dell'uomo, sono state denunciate per invasione di edifici dagli stessi agenti.
Di fronte alla decisione assunta dagli amici del deceduto di collaborare con le forze dell’ordine per il bene dei famigliari del morto (l'uomo aveva un figlio in Italia), lo Stato ha risposto avviando un procedimento penale a loro carico.
Davanti ad un morto, ogni essere umano avrebbe agito in modo diverso. E' ancora presente un'amministrazione comunale nella nostra città che si interroga sulla frequenza così drammatica con cui i poveri stanno morendo e sulla efficacia o meno delle attuali politiche sociali ed abitative? In merito ad avvenimenti e fatti di natura sociale c'è ancora un'umanità da anteporre alle altre azioni o si è scelto di lasciare ai burocrati e alla Polizia la spiegazione che per questi poveri esiste solo la repressione da agire rispettivamente con il controllo sociale e le retate e i rastrellamenti? Nei confronti di queste quattro persone l'assessore Lisi e il dirigente comunale Mazzotti si sono attivati?
Da Natale ad oggi sono già cinque gli homeless deceduti nella nostra città. Un ritmo che mette i brividi e che evidenzia quel solco tracciato con ferocia e violenza dalle politiche di austerity made by Troika - interamente recepite dagli amministratori e dai dirigenti locali - che concentrano ricchezze e privilegi nelle mani di pochissimi, lasciando devastazione e barbarie ai più. Una guerra ai poveri che vediamo ben rappresentata nelle scelte politiche locali, dal settore del diritto alla casa, a quello sociale, a quello del lavoro e della tutela delle norme a garanzia dei lavoratori/trici.
Questa è Rimini: città in cui i poverissimi non hanno uno stato sociale degno e sono caparbiamente respinti dai progetti di sostegno messi in atto dalle politiche all’abitare a causa dei parametri imposti dai regolamenti, voluti dagli amministratori del PD, che perseverano nel garantire l'accesso alla casa solo alle attuali classi sociali medio-alte. Città in cui i lavoratori poveri sono gravemente sfruttati e rischiano di diventare poverissimi, a causa dell’aumento della disoccupazione e della crisi dell’edilizia. Città nella quale il Comune utilizza la Polizia Municipale per eseguire controlli in maniera chirurgica e selettiva in uno spazio sottratto all'abbandono in cui, da oltre un anno, si costruiscono risposte concrete alla povertà, al disagio sociale, all'emarginazione, all'assenza di un diritto alla casa garantito e allo stesso tempo decide di lasciare senza acqua i sei cittadini che qui vi abitano. Città nella quale lo Stato è chiaro con i poverissimi: o muori o ti reprimiamo.
Il fatto che il migrante fosse stato all’ospedale il giorno prima, ci interroga inoltre su un altro aspetto: quello del diritto alla salute. Non conosciamo il caso specifico, ma sappiamo per certo che non avere una dimora degna peggiora ed aggrava lo stato cagionevole di salute così come lo aggravano leggi incostituzionali come l'art.5 del Piano Casa (ideato dall'ex ministro Lupi) che esclude l'accesso a diritti fondamentali come le cure a chi vive in edifici occupati.
Noi sappiamo che i Cristi crocifissi abitano per strada, in stazione, all’Ex Corial e lì muoiono.  
Il vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, ci invita a riconoscerli. La Polizia li ha visti accanto ad un Cristo morto, li ha riconosciuti e subito li ha trattati da delinquenti, denunciandoli. Il dirigente Mazzotti li ha riconosciuti negli abitanti di Casa Madiba e li ha privati dell’acqua.
Un nuovo povero è morto. Dobbiamo trasformare la nostra tristezza in rabbia, in tanti dobbiamo agire contro chi pratica la guerra ai poveri, con lucidità ed intelligenza.
La Pasqua non è un periodo felice per i poveri Cristi senza casa.

CASA MADIBA NETWORK - Sportello per il diritto all'abitare ADL Cobas - Campagna Una casa per tutti RIMINI

venerdì 13 febbraio 2015

Rimini - VARCHI! Presentazione della ricerca: “Medici senza camice. Pazienti senza pigiama”.


Scuola Bleger e Casa Madiba Network presentano:  
Varchi! Presentazione di libri per allargare l’area della coscienza


Venerdì 13 febbraio dalle ore 16.00 alle ore 19.00
presso Casa Madiba Network
Via Dario Campana 61 dietro la palazzina AMIR – Rimini

Presentazione della ricerca:
“Medici senza camice. Pazienti senza pigiama”.
Socioanalisi narrativa dell'istituzione medica
Saranno presenti Nicola Valentino e qualche medico del collettivo
Questo libro è il frutto di un cantiere di socioanalisi narrativa voluto da un gruppo di studenti di medicina e di medici specializzandi per indagare e raccontare i limiti dell’istituzione medica. L’esperienza di tirocinio ospedaliero, mettendoli a confronto con la pratica di spersonalizzazione dell’ammalato e con il rapporto gerarchico istituito dal corpo medico con le altre figure professionali dell’ambito sanitario, ha generato in loro malessere e insoddisfazione.
Di qui l’esigenza di un confronto che ha aperto il cantiere anche ad alcuni operatori, impegnati in ambito sanitario con altri ruoli professionali, e persone interessate al tema, che svolgono attività estranee alla relazione di cura. La raccolta narrativa e la riflessione collettiva hanno individuato due grandi aree tematiche: i dispositivi della formazione medica e la forma istituita della relazione medico-paziente. Ci si è soffermati perciò sulle modalità della formazione dei medici al loro ruolo e all’identità di gruppo e ci si è interrogati sulla costruzione del paziente come oggetto passivo, osservando come questa modalità relazionale sia fonte di un malessere aggiuntivo per la persona ammalata. I partecipanti al cantiere, infine, hanno provato a immaginare parole nuove e momenti formativi autogestiti, orientati a relazioni di cura rispettose, paritarie e non passivizzanti.
Relazioni che vedano protagonisti medici senza camice e pazienti senza pigiama.
Gli incontri della Rassegna “Varchi!” si svolgeranno negli spazi autogestiti e riutilizzati di  Casa Madiba Network in Via Dario Campana dietro il civico 61 a fianco dell’AMIR

Info: lab.paz@gmail.com - www.bleger.org
FB: Casa Madiba - Scuola Bleger Twitter: @labpazproject


**Cos’è la rassegna “Varchi! Presentazioni di libri per allargare l’area della coscienza:
Varchi! è transito e movimento.
Varchi! è una rassegna di presentazione di libri che vuole scuotere le coscienze ed immaginare processi di liberazione possibile.
Varchi! è il campo della possibilità, della ricerca della sincronia fra tanti e tante.

venerdì 27 giugno 2014

Comunicato stampa: Meeting Nazionale delle realtà autorganizzate su Lavoro e Turismo

Comunicato STAMPA
TURISMO E LAVORO MEETING NAZIONALE A RIMINI DELLA REALTA' AUTORGANIZZATE E CONFLITTUALI

Nella giornata di Sabato 28 giugno presso CASA MADIBA NETWORK e in corrispondenza con uno dei grandi eventi estivi come la Molo street Parade, sindacati conflittuali ed autorganizzati, attivisti e attiviste da tante città italiane si riuniranno a Rimini per il primo Meeting Nazionale sul Lavoro nel Turismo.
L'appuntamento organizzato e promosso da ADL COBAS Rimini e dall'Ass. Rumori sinistri si pone l'obiettivo di costruire percorsi ricompositivi e di coalizione extra territoriali fra realtà diverse e nel rispetto della reciproca autonomia per mettere in cantiere azioni concrete contro lo sfruttamento e la precarietà nel settore turistico, settore che nonostante la crisi ha mantenuto una sua solidità in termini di profitti ed è in forte espansione.
Per queste ragioni come affermano Manila Ricci e Sandra Polini di ADL Cobas e Rumori sinistri “è fondamentale concretizzare un'azione comune di tutte quelle realtà autorganizzate che attraverso Sportelli e vertenze assistono centinaia di lavoratori e lavoratrici occupate nel turismo, vittime non solo del Lavoro Gravemente Sfruttato ma anche di riforme come la Fornero che ha introdotto la Mini aspi (favorendo il lavoro nero) e il Jobs act che precarizzerà ulteriormente i contratti e le favorirà forme di lavoro paraschiavistico fino al free job”.
Ricci e Polini poi sottolineano come “le azioni degli enti statali preposti siano molto limitate” – in particolare della DTL – e come “ con il perdurare della crisi e la mancata introduzione di un reddito di cittadinanza, (strumento universale di sostegno a chi non ha un'occupazione stabile e di rifiuto di lavori precari), favoriscono gravi condizioni di sfruttamento dal momento che il lavoratore o la lavoratrice che denunciano spesso aspettano anni (si veda a tal proposito la vertenza dell'Hotel Le Conchiglie avvenuta nell'estate del 2011 e solo il 2 luglio ci sarà la prima udienza contro la Mediterranea Gestioni srl che all'epoca gestiva l'hotel) prima di vedere riconosciuto il pagamento degli stipendi arretrati e l'insolvenza da parte del padrone.”
Sandra Polini poi sottolinea come “Il perdurare della crisi economica e il ricatto della disoccupazione nonché la crescita delle persone che si trovano in condizioni di estrema povertà ed indigenza spingono spesso ad accettare condizioni di lavoro sfruttate nel settore turistico”, mentre Manila Ricci sottolinea come “la mancanza di strumenti immediati di assistenza e supporto al reddito nonché di risposta all'emergenza abitativa conseguente all'azione di chi denuncia lavoro nero e/o grigio, insolvenza del salario, mancanza del giorno libero, abusi e violenze psicologiche, meccanismi di controllo totale sul tempo libero causati dalla coabitazione nel luogo di lavoro che è anche luogo di effettiva dimora, impediscono spesso l'emersione di queste situazioni”.
Pertanto alla luce di questi limiti prodotti anche da normative che tutelano poco i lavoratori mentre favoriscono le imprese turistiche, insieme alla mancanza di interventi specifici e sempre più necessari delle amministrazioni locali (si veda a tal proposito le analisi e le rivendicazione proposte da Rumori Sinistri in occasione dell'approvazione dell'ODG sul Turismo in consiglio comunale ovvero alloggi per gli stagionali e reddito di sostegno per chi denuncia) che è necessario lavorare nella direzione che il Meeting del 28 giugno a Rimini si pone.
Ovvero che collettivi, realtà autorganizzate e sindacati conflittuali si impegnino a costruire un percorso di rete e coalizione di scopo con tutte quelle realtà che nei vari territori e nelle varie città a forte vocazione turistica assistono i lavoratori e le lavoratrici con lo scopo di produrre lotte e vertenze che possano impattare non solo sui singoli percorsi di vertenza ma anche sul piano più generale delle politiche del lavoro e di quelle turistiche (italiane ed europee) che determinano queste situazioni, nonché di affinare al meglio gli strumenti di assistenza legale e le buone pratiche che hanno portato ad una qualche vittoria. Inoltre l'idea è anche quella di decidere scadenze comuni verso l'autunno che ricolleghino le lotte nel settore turistico a quelle più generali contro l'austerità e il Jobs act, “non possiamo permetterci – conclude infatti Manila Ricci – che chi sta decidendo del nostro futuro e di quello di migliaia di persone in Italia e in Europa lo faccia senza di noi che subiamo la precarietà come forma materiale non solo di organizzazione del lavoro ma anche di comando sulla vita e sui territori”.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA
L'incontro si svolgerà SABATO 28 GIUGNO presso Casa Madiba Network in via Dario Campana n. 49 a Rimini
SCARICA IL PROGRAMMA:
Programma Meeting RIMINI 28 giugno

mercoledì 26 febbraio 2014

Primo Marzo- Reggio Emilia e Rimini in marcia per i diritti!

Partenza da Rimini:  Bus organizzato partenza ore 13.00 dal Parcheggio Settebello in Via Roma 70. Info 3407368508

Il primo marzo da Reggio Emilia e Rimini raggiungeremo la piazza di Bologna per costruire insieme una giornata di mobilitazione che metta al centro la libertà e i diritti per tutte e tutti indipendentemente dal paese di nascita o di provenienza.

Partiamo dai nostri territori per disegnare in cammino con tante e tanti altri un’Europa diversa, per abbattere i confini, sia esterni definiti attraverso frontiere militarizzate che producono migliaia di morti, che interni materializzati nei CIE ma anche in tutte quelle barriere ed ostacoli che quotidianamente si incontrano per l’accesso ai diritti di cittadinanza, intesi come diritti universalmente riconosciuti, che permettano ad ogni individuo di vivere una vita degna. A partire dalla chiusura dei CIE e dall’abolizione della legge Bossi-Fini che pende come una spada di Damocle sulla vita dei migranti, al diritto alla casa che viene costantemente negato, ad un reddito di cittadinanza per tutte e tutti, per un lavoro libero dallo sfruttamento, per un’accoglienza degna, perché l’accesso all’istruzione e alla salute siano garantiti.

Scendiamo in piazza il primo marzo, nel solco impresso dalla Carta di Lampedusa che si fa azione, per ribadire che la salute non è profitto, contro ogni forma, palese o silente, di privatizzazione di servizi cruciali per la vita di una comunità.

Perché abbattere i confini e le frontiere dell’Europa vuol dire anche ostacolare i respingimenti, interni alle nostre città, che i migranti e i soggetti più deboli subiscono ogni giorno, nell’accesso a un diritto vitale come quello di ottenere cure degne. Pensiamo a tutte le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli non in grado di poter accedere ad un visita perché impossibilitati a pagare il ticket. Solo alcuni esempi: i migranti che hanno avuto una forma di protezione internazionale (come i migranti provenienti dalla Libia) che non hanno mai lavorato e non rientrano nella categoria disoccupati e quindi non possono essere esenti dal pagamento del ticket, lo stesso vale per tutti quelli che sono stati artigiani o lavoratori autonomi e per i migranti che non hanno il permesso di soggiorno e non possono dichiarare lo stato di indigenza, come sarebbe in realtà previsto dall’accordo Stato-Regioni ma non applicato in questo punto. L’accesso ai pediatri per i figli minori di genitori “irregolari”, nonostante la delibera regionale abbia approvato in questo punto l’accordo Stato-Regioni “indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle regioni e delle province autonome”, l’applicazione rimane ancora lenta e tortuosa e tutti i cittadini comunitari che non hanno un lavoro sono costretti a pagare un’assicurazione sanitaria dai prezzi esosi anche se pubblica.

La Carta di Lampedusa afferma la necessità di garantire un accesso senza discriminazioni alle strutture sanitarie, alle cure mediche, e in termini di servizi, compresi quelli per la maternità e per l’infanzia, indispensabili per il pieno esercizio del diritto di ogni persona a ricevere e a dare cura.
Perseguiamo pari dignità e uguaglianza fra i cittadini nell’accesso alle cure, nell’ottica di salvaguardare tutti quelli che non possono permettersi di destinare risorse sufficienti ad avere prestazioni sanitarie adeguate.
L’attacco al Sistema Sanitario Nazionale universalistico è già in atto, e i migranti sono purtroppo l’anello più debole di un processo che ormai coinvolge milioni di persone in Italia.
Pertanto ci mobilitiamo con forza affinché nessuno sia escluso!

Ass. Città Migrante - Reggio Emilia , Ass. Rumori Sinistri - Rimini

Partenza da Reggio Emilia:  
ore 13.15 appuntamento in stazione treni FF.SS. Info 3495238926 Partenza da Rimini
Bus organizzato partenza 13.00 dal Parcheggio Settebello in Via Roma 70. Info 3407368508