Report presidio in solidarietà con le vittime della strage di Lampedusa e con i migranti e i rifugiati del territorio
Anche da Rimini in tanti
hanno risposto all'appello di Melting Pot per dar voce e visibilità
non solo al dolore per l'ennesima strage alla frontiera della
Fortezza Europa ma anche alla rabbia di chi da sempre nei territori
denuncia la responsabilità politica delle istituzione italiane ed
europee per queste stragi che hanno trasformato il mare mediterraneo
in un luogo di morte, di violenza, di diritti violati.
Tanti gli interventi, sia
davanti alla prefettura che durante il corteo spontaneo che ha
attraversato il centro storico fino al Municipio, interventi che
hanno ribadito come l'esternalizzazione delle frontiere e le
politiche attuate fino ad ora chiamino in causa le responsabilità
plurime e trasversali di chi, in questo ventennio di politiche
dell'odio contro i migranti, ha utilizzato strumentalmente la
spettacolarizzazione della frontiera a sud, come luogo fisico e
simbolico su cui produrre l'immaginario di assedio e fomentare
razzismi e protezionismi funzionali alle politiche di austerità e
alle misure repressive e di controllo che quotidianamente vengono
agiti nei territori contro rifugiati, vittime di tratta, migranti.
Oggi più che mai è
necessario fare l'Europa partendo da qui, perché le vittime
innocenti di queste politiche scellerate e delle scelte degli
scafisti seduti nei loro scranni, non siano morte invano.
E dipende da ciascuno di noi non delegare o limitarsi alla testimonianza
ma essere parte attiva di un cambiamento radicale oltre che sempre più
necessario.
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