L'intervento di Sandra Polini
Associazione Rumori Sinistri
al Consiglio Comunale sul
“Lavoro Sfruttato” del 14.03.13
"Lavoro Gravemente Sfruttato nel turismo, appunti sulla povertà e l’alloggio negli alberghi"
Premessa
Molto recentemente, un albergatore è stato dichiarato reo di
“violenza privata continuata” nei confronti di quattro
dipendenti, giovani donne incontrate dall'Associazione Rumori
Sinistri. Il decreto
di condanna a carico dell'albergatore è stato qualificato dalla
Procura come art.610 comma 1 C.P. e 81 comma secondo.
In tale contesto
lavorativo le donne hanno ricorso alle cure del Pronto soccorso a
causa dell’enorme mole di lavoro ed hanno subito la violenza
verbale dopo aver presentato denuncia formale all’Ispettorato del
Lavoro su invito degli attivisti dell’associazione.
Gli
elementi che si possono sottolineare in questo momento sono due:
primo, dai tribunali
stanno giungendo le prime sentenze che attestano che il Lavoro
Gravemente Sfruttato è foriero di violenza contro il soggetto
debole, il lavoratore dipendente (nella maggioranza dei casi di
sesso femminile); secondo,
i lavoratori promuovono le denunce presso l’Ispettorato del Lavoro
e le forze dell’ordine quando riescono a superare la propria
solitudine e ricevono un appoggio socio-culturale da strutture come
le associazioni o alcuni sindacalisti, particolarmente attivi.
Obiettivo
Questa
è la premessa del nostro breve intervento. Per questioni di tempo ci
limitiamo a analizzare, narrare e avanzare
proposte su due nodi. La povertà dei
lavoratori dipendenti e l’importanza dell’alloggio nei meccanismi
di subordinazione e controllo nei rapporti di lavoro presso gli
alberghi.
Primo nodo:
Povertà e denaro.
Noi lavoratori
romagnoli e non, dopo aver lavorato per decine di anni nelle aziende
turistiche e aver ascoltato centinaia di biografie lavorative,
abbiamo sviluppato la seguente analisi.
Gli sfruttatori del
settore turistico impongono condizioni di lavoro inferiori al
Contratto Nazionale del Turismo, grazie alla loro capacità di far
leva sul bisogno di denaro in tempi rapidi da parte dei lavoratori.
Solo chi ha un estremo bisogno di percepire un reddito, italiano e
non, può accettare di lavorare circa novanta ore a settimana, senza
giorno di riposo per tre mesi e percepire un salario orario di circa
tre euro.
Nell’estate 2010,
una lavoratrice rumena assunta con un contratto a chiamata per un’ora
di lavoro alla settimana, ma costretta a lavorare 12 ore al dì e
per tutti i giorni del mese, si è ammalata a causa del ritmo
lavorativo. Il titolare dell’albergo si è rifiutato di
accompagnarla alla Guardia Medica, per cui le condizioni della
migrante sono peggiorate ed ha chiesto un sostegno sanitario ai
volontari della nostra associazione.
Giunti
al Pronto Soccorso, l’albergatore ha impedito fisicamente alla
propria dipendente di ricevere le cure mediche. In un secondo
momento, dopo aver scoperto che la cameriera ai piani ha presentato
regolare denuncia all’Ispettore del Lavoro, l’imprenditore l’ha
cacciata dall’azienda ed ha contattato il caporale rumeno per
muovere minacce ai suoi parenti nella città natia. Nello specifico,
il caporale si è recato a casa del marito della cameriera per
sollecitare il ritiro della denuncia presso la
DTL, come atto dovuto per evitare la violenza
fisica su entrambi.
Quindi,
Michaela è stata licenziata e non ha ricevuto il suo salario poiché
si è rivolta allo Stato per denunciare
l’illegalità subita. La ricerca della
giustizia sociale e del rispetto della legalità
non ha trovato nessun appoggio economico ed
assistenziale negli enti statali, poiché i
Comuni della Riviera Romagnola non garantisco
un reddito di sostegno per chi denuncia il proprio sfruttatore.
Su questo tema sarebbe bene considerare anche la situazione generale
dei servizi sociali e in particolare di quelli che si occupano del
Lavoro Gravemente Sfruttato.
I
continui tagli al settore avvenuti negli ultimi anni e una logica
aziendalistica e in pieno spirito di spending
review della nostra Ausl locale, stanno
minando molti percorsi.
Non è forse
arrivato il momento che il Comune si occupi direttamente di questi
temi?
A Tal
proposito tre anni fa, durante un vertenza collettiva, abbiamo
scoperto tristemente che i lavoratori vantavano un notevole credito
nei confronti di un albergatore romagnolo e non possedevano nemmeno i
soldi necessari per mangiare e bere tutti i giorni, dopo tre mesi di
lavoro pesantissimo. Visto che il Comune di Rimini, rispetto alla
vicenda specifica, non ha stanziato un piccolo contributo per
soddisfare i bisogni concreti dei lavoratori del distretto del
turismo, noi abbiamo aperto una colletta
sociale - cassa di resistenza, grazie al
contributo di attivisti di tutta l’Italia. La somma raccolta è
stata essenziale per garantire le spese immediate (come il cibo) e
pagare i biglietto del viaggio di ritorno nelle rispettive città
d’origine.
Secondo nodo:
Alloggio
Nell’estate del
2012, una cameriera di sala piemontese dopo aver denunciato presso i
Carabinieri il proprio sfruttatore, un giovane albergatore romagnolo,
è stata prima allontanata dal suo alloggio. Dopo aver dormito in
altri alberghi a pagamento, ha deciso di abbandonare il territorio
riminese e far ritorno nel suo luogo di origine, la provincia di
Torino.
In questo caso,
l’assenza di servizi sociali ben implementati e un lavoro di rete
multi-agenzia, hanno determinato il fatto che la ragazza, dopo la
denuncia, si sia sentita espulsa dal nostro territorio, proprio per
l’incapacità di potersi pagare un alloggio e cercare un nuovo
impiego, dopo essersi recata dai Carabinieri.
Nella
stagione 2010, quindici lavoratori, dopo aver
lavorato per tre mesi preso un albergo
romagnolo, in assenza della retribuzione si ritrovano
senza denaro ed alloggio dopo aver
lasciato l’albergo, dove lavoravano e dimoravano. Essi hanno
dormito per qualche giorno all’aperto, ovvero nei parchi e in
spiaggia.
Di
questo gruppo, sette lavoratori hanno trovato
ospitalità temporanea presso le abitazioni di diversi volontari
dell’associazione Rumori Sinistri, in
attesa di nuova occupazione.
Dopo
anni di assistenza di centinaia di lavoratori, la
nostra associazione ha messo a fuoco che l’alloggio presso gli
alberghi costituisce un ulteriore strumento di controllo della vita
dei dipendenti e di ricatto costante. Quindi
chiediamo che la Giunta Comunale debba
individuare strutture abitative per i lavoratori stagionali del
settore turistico non residenti per rompere
questa forma di ricatto e garantire il diritto all’abitazione.
In modo
più esplicito, se un dipendente degli alberghi riminesi, alloggiato
presso la medesima azienda, si presentasse presso la locale DTL
rischierebbe di diventare violentemente un homeless. Come sanno tutti
i consiglieri comunali, il Lavoro Gravemente
Sfruttato è un elemento strutturale nel turismo riminese, attestato
dal fatto che il Signor Sindaco e l’Assessore al Lavoro non sono
nelle condizioni per rendere pubblici i nomi degli albergatori
rispettosi del contratto nazionale del
turismo. Appare chiaro a questo consiglio comunale, che se in massa i
lavoratori
stagionali del settore turistico non residenti in modo stabile
denunciassero i propri sfruttatori, si
potrebbe avere un impennata degli homeless, per via della negligenza
del Comune di Rimini, come di tutti gli altri comuni rivieraschi.
Conclusioni
Dopo
anni di assistenza ai lavoratori ed in particolare alle donne siamo
convinti che l’intervento contro la violenza
e il Lavoro Gravemente Sfruttato si debba qualificare
da parte della Giunta Comunale in modo complessivo su
diversi fronti (sospensione delle licenze,
marketing solo per aziende rispettose del contratto nazionale,
autonomia nella gestione dei progetti rivolti alle vittime di tratta
e grave sfruttamento lavorativo, incremento dei vigili contro le
irregolarità lavorative).
Il
presente intervento sollecita la giunta ad impegnarsi su due
fronti:
Il
Primo: potenziamento dei percorsi in essere
per l'assistenza alle vittime de LGS insieme allo stanziamento di un
fondo ad hoc per assistere i dipendenti che denunciano l’illegalità
subita
Secondo:
la creazione di strutture abitative per le lavoratici in transito nel
territorio, utilizzando, magari, i tanti spazi abbandonati e non
utilizzati della nostra città.
Qui il testo dell'Odg approvato: clicca qui
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