Scriveteci le vostre storie di ordinario sfruttamento...
Ci stanno scrivendo sia sulla pagina facebook che via mail (ass.rumorisinistri@gmail.com) tantissime persone, lavoratori e lavoratrici perlopiù italiani che ci raccontano delle angherie, dei ricatti, del lavoro paraschiavistico nell'industria turistica.
I racconti sono densi di rabbia, paura e tanta sofferenza. Ma sono racconti reali che ci parlano della materialità dello sfruttamento nel turismo ma anche della necessità di ribellarsi senza scappare, perché qui, nella Riviera Romagnola, vi è una ricchezza materiale che come ha scritto una lavoratrice "è sostenuta dal sudore di noi lavoratori" e perché l'omertà, che ha circondato questo mondo per più di 60 anni, si è rotta grazie proprio a quei lavoratori e a quelle lavortarici che come Lucia, ci hanno messo la faccia, che si sono autorganizzati e che hanno rivendicato i loro diritti.
Vi chiediamo di continuarci a scrivere, di raccontarci le vostre storie, crediamo in questo modo di poter riannodare i fili di esperienze comuni, perché è necessario rompere quell'indivisualismo, isolamento e frammentazione sociale che caratterizza l'organizzazione dell'industria turistica e del lavoro stagionale. Dobbiamo avere la capacità di opporci a questi dispositivi attraverso il mutualismo, la cooperazione dal basso e il sostegno reciproco. Finché riusciremo a rimanere legati (e la rete in questo può aiutarci) saremo meno deboli e soli.
Ci stanno scrivendo sia sulla pagina facebook che via mail (ass.rumorisinistri@gmail.com) tantissime persone, lavoratori e lavoratrici perlopiù italiani che ci raccontano delle angherie, dei ricatti, del lavoro paraschiavistico nell'industria turistica.
I racconti sono densi di rabbia, paura e tanta sofferenza. Ma sono racconti reali che ci parlano della materialità dello sfruttamento nel turismo ma anche della necessità di ribellarsi senza scappare, perché qui, nella Riviera Romagnola, vi è una ricchezza materiale che come ha scritto una lavoratrice "è sostenuta dal sudore di noi lavoratori" e perché l'omertà, che ha circondato questo mondo per più di 60 anni, si è rotta grazie proprio a quei lavoratori e a quelle lavortarici che come Lucia, ci hanno messo la faccia, che si sono autorganizzati e che hanno rivendicato i loro diritti.
Vi chiediamo di continuarci a scrivere, di raccontarci le vostre storie, crediamo in questo modo di poter riannodare i fili di esperienze comuni, perché è necessario rompere quell'indivisualismo, isolamento e frammentazione sociale che caratterizza l'organizzazione dell'industria turistica e del lavoro stagionale. Dobbiamo avere la capacità di opporci a questi dispositivi attraverso il mutualismo, la cooperazione dal basso e il sostegno reciproco. Finché riusciremo a rimanere legati (e la rete in questo può aiutarci) saremo meno deboli e soli.
Ci piacerebbe pubblicarle (anche
anonimamente) e magari incontrarci a fine stagione per una bella
assemblea dove discutere insieme su come affrontare le vertenze, su come
rivendicare dignità e reddito soprattutto pungolando le amministrazioni
locali, su come a fine stagione monitorare il tema della Mini aspi, la
nuova disoccupazione stagionale che produrrà nuova povertà e marginalità
sociale.
Vi lasciamo con uno dei testi che abbiamo ricevuto e vi
aspettiamo domani dalle ore 21 allo sportello presso il parco della
Casina di Bellariva (all'altezza del bagno 96).
Intanto per chi vuole scriveteci scriveteci scriveteci, se ci siamo costituiti in associazione sindacale "Adl Cobas" non è per fare la rappresentanza dei lavoratori stagionali ma proprio per avere gli strumenti necessari per colpire propri lì dove il capitalismo turistico fa più male!
Intanto per chi vuole scriveteci scriveteci scriveteci, se ci siamo costituiti in associazione sindacale "Adl Cobas" non è per fare la rappresentanza dei lavoratori stagionali ma proprio per avere gli strumenti necessari per colpire propri lì dove il capitalismo turistico fa più male!
Ed anche l'autorganizzazione ha bisogno di strumenti formali per farlo, senza doversi rivolgere a chi - per più di un ventennio - ha concertato e ACCETTATO questo stato di cose presenti.
"LE VACANZE ECONOMY VE LE PAGANO I DIPENDENTI....
Sono stufa di pagare col mio sudore e le mie ossa rotte, queste vacanze a prezzi stracciati all inclusive a tutti quelli che vengono in Romagna. Ogni bottiglia di vino che porto al tavolo, ogni caffè che faccio, ogni sorriso che elargisco ai clienti dei miei “padroni” è pagato da me, non da loro, come vogliono far credere, ed è ora che tutti lo sappiano."
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