Il
lavoro gravemente sfruttato è violenza.
Un
decreto penale di condanna della Procura di Forlì nei confronti di
un albergatore condannato per “violenza privata in continuazione”.
La
vicenda
I
fatti risalgono all'estate
del 2011 in un Hotel diGatteo Mare e riguardano quattro
lavoratrici rumene. Dopo
essere passate fra le “mani”
del mediatore, le donne
sono state assunte all’inizio della stagione estiva.
Attraverso
la stipula di contratti “a chiamata” e “part-time”.
Il
lavoro realmente svolto impiegava le lavoratrici per un monte ore
triplo rispetto al contratto stipulato fra le parti, esse non
godevano del diritto del giorno di riposo e il ritmo lavorativo aveva
parametri e ritmi disumani: due dipendenti erano obbligate a ordinare e
pulire 47 stanze nell’arco della mattinata.
Minacce
e ricatti da parte dell'albergatore erano ordinaria routine: "Ti
sbatto fuori dall'albergo senza un soldo".
L'assoggettamento
è totale quando si è
poveri e senza casa
e quindi fortemente ricattabili.
Da
una parte l'albergatore imponeva le angherie alle donne, ma
dall'altra anche il caporale che richiamava all'ordine le lavoratrici
per ottenere i corrispettivi del “pizzo”,
pattuito, quando le lavoratrici erano ancora in Romania.
La
stagione proseguiva, ma poi all'improvviso
qualcosa d’imprevedibile è accaduto, sfuggendo
al controllo di entrambi: mediatore e albergatore in primis.
A
metà agosto, le quattro lavoratrici, decidono di rivolgersi agli
operatori dello sportello
informativo gestito dall'associazione Rumori Sinistri
per esporre - sotto forma di narrazione - la loro storia di
sfruttamento, una delle tante storie che si consumano nel Distretto
del Turismo.
In
un primo momento, gli operatori hanno registrato le testimonianze ed
hanno ritenuto urgente suggerire ed indicare alle lavoratrici un
percorso d’emersione dal
Lavoro Gravemente Sfruttato,
attraverso una richiesta formale della visita ispettiva alla
Direzione Territoriale del Lavoro.
La
richiesta è stata inviata, ma l'ispezione non avviene perché due
giorni dopo l'invio, l'albergatore è stato informato dei propositi
delle quattro lavoratrici da alcune colleghe, che temevano
ripercussioni per tutti i dipendenti e auspicavano in questo modo di
“accattivarsi” la simpatia dell'albergatore.
Nell'albergo
si scatena il putiferio, la
violenza verbale esercitata dal titolare,
i ritmi incessanti
a cui sono state sottoposte per tre mesi le lavoratrici, costringono
tre di loro a ricorrere alle cure
sanitarie del Pronto Soccorso.
Prima
dello scatenarsi della violenza verbale da parte dell'albergatore,
una delle lavoratrici è stata trasportata al Pronto soccorso con l'ambulanza, per via di un malore causato da stress
psicofisico. Questo avveniva diversi giorni dopo dalla prima
manifestazione di malessere della lavoratrice, poiché il datore di
lavoro si era opposto con una certa resistenza al suo trasporto al
Pronto Soccorso.
L'epilogo
L'esposizione
dei fatti così come avvenuti sono stati successivamente raccolti in
un esposto depositato al
comando di Polizia di Cesenatico dopo
che, al rientro nell'albergo, il proprietario continuava, nonostante
la presenza di una delle volontarie dell'associazione, e di due
agenti di polizia, ad agire violenza, avanzando la pretesa che le
donne firmassero la lettera
di dimissioni volontarie,
preparata durante la loro permanenza al Pronto Soccorso.
A
nulla sono valsi i tentativi
di conciliazione - da parte
del sindacalista della Filcams al quale gli operatori di Rumori
sinistri si sono rivolti.
Le
quattro lavoratrici, rimaste senza lavoro e con pochi soldi, hanno
trovato alloggio presso una
struttura fatiscente ricavata da vecchi alberghi abbandonati,
che ospitano soprattutto quei lavoratori comunitari che non trovano
la disponibilità di un alloggio all'interno della struttura
alberghiera dove lavorano.
Il
pagamento dell’affitto ha determinato l’esaurimento dei risparmi
delle donne, le quali sono state costrette ad indebitarsi per poter
intraprendere il viaggio verso la terra di provenienza.
La
loro storia sarebbe terminata, come tante altre, con un'insolvenza
irrisolta del salario, se
l'albergatore non avesse sporto denuncia contro la volontaria
dell'Associazione, che si era recata presso l'albergo per assistere
le lavoratrici allo stremo delle forze.
Il
percorso legale
Attraverso
il prezioso contributo dell'avvocato
Raffaele Pacifico del Foro di Forlì/Cesena,
nominato come difensore della nostra volontaria, è
stato possibile ritrovare l’esposto,
che nel frattempo era stato archiviato, e arricchirlo di fatti
circostanziati, in una denuncia per “riduzione in schiavitù”.
Il
17 maggio 2012 l'avvocato,
in possesso di specifiche procure notarili inviategli dalle quattro
lavoratrici dalla Romania, depositava
presso il comando dei carabinieri di Cesena un fascicolo di cinquanta
pagine, nel quale si esponevano i fatti avvenuti.
Neanche un anno dopo la denuncia, il
GIP ha disposto un decreto di condanna ai danni dell'albergatore.
Il
decreto di condanna a carico dell'albergatore, benché contenga quasi
tutti gli elementi indicati in denuncia, è stato qualificato dalla
Procura come artt.610 comma 1 C.P. e 81 comma secondo C.P.
La
Procura ha inteso riqualificare il fatto da "riduzione
in schiavitù"
e "mobbing"
in una ipotesi sempre procedibile d'ufficio ma senz'altro meno grave
di quella iniziale: violenza
privata aggravata.
In
ogni caso, registriamo il decreto penale di condanna nei confronti
del titolare d’albergo, che è presentato formale opposizione;
conseguentemente l'udienza è stata fissata per
il 14 febbraio 2014 (Tribunale
di Forlì).
In
quella sede se emergeranno ipotesi più gravi chiederemo la
contestazione delle fattispecie allo stato non contestate.
In
ogni caso riteniamo
che questo sia già un discreto risultato
che avremo modo sicuramente di migliorare in sede di dibattimento.
Prospettive
Il
decreto penale ai danni dell'albergatore è l'approdo di un percorso,
iniziato cinque anni fa da parte dell'associazione Rumori Sinistri,
nato dal tentativo di restituire
dignità ai lavoratori e alle lavoratrici stagionali.
L'obiettivo
è favorire un percorso di emersione del Lavoro Gravemente Sfruttato,
ovvero di un modello economico che ogni estate si serve di manodopera
schiavizzabile per poter
tenere in vita un modello turistico di massa, che si regge grazie
all'impostazione post
fordista del lavoro e dei consumi.
Questo
Procedimento Penale e la condanna d'ufficio dell'albergatore sono
giunti vicino ad una scadenza importante: il 14
marzo a Rimini vi sarà un Consiglio Comunale tematico aperto
sul Lavoro Gravemente Sfruttato, dove interverrà una delle nostre
volontarie insieme ad altri relatori.
Anche
questo passaggio rappresenta un rilevante avanzamento per ripensare e
cambiare questo sistema turistico/economico che si regge su
sfruttamento e povertà, ma è abile nel mostrare solo la “produzione
di ricchezza”.
La
maggioranza dei cittadini
romagnoli non ricevono nulla in termini di servizi territoriali
nonostante le migliaia di
euro di finanziamento che
le istituzioni territoriali stanziano per
le agenzie di marketing turistico.
Ass.
Rumori sinistri
Report video della conferenza stampa:
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