lunedì 11 marzo 2013

Cesenatico - Conferenza stampa su condanna albergatore per violenza privata aggravata

Il lavoro gravemente sfruttato è violenza.
Un decreto penale di condanna della Procura di Forlì nei confronti di un albergatore condannato per “violenza privata in continuazione”.

La vicenda
I fatti risalgono all'estate del 2011 in un Hotel diGatteo Mare e riguardano quattro lavoratrici rumene. Dopo essere passate fra le “mani” del mediatore, le donne sono state assunte all’inizio della stagione estiva.
Attraverso la stipula di contratti “a chiamata” e “part-time”.
Il lavoro realmente svolto impiegava le lavoratrici per un monte ore triplo rispetto al contratto stipulato fra le parti, esse non godevano del diritto del giorno di riposo e il ritmo lavorativo aveva parametri e ritmi disumani: due dipendenti erano obbligate a ordinare e pulire 47 stanze nell’arco della mattinata.
Minacce e ricatti da parte dell'albergatore erano ordinaria routine: "Ti sbatto fuori dall'albergo senza un soldo".
L'assoggettamento è totale quando si è poveri e senza casa e quindi fortemente ricattabili.
Da una parte l'albergatore imponeva le angherie alle donne, ma dall'altra anche il caporale che richiamava all'ordine le lavoratrici per ottenere i corrispettivi del “pizzo”, pattuito, quando le lavoratrici erano ancora in Romania.
La stagione proseguiva, ma poi all'improvviso qualcosa d’imprevedibile è accaduto, sfuggendo al controllo di entrambi: mediatore e albergatore in primis.
A metà agosto, le quattro lavoratrici, decidono di rivolgersi agli operatori dello sportello informativo gestito dall'associazione Rumori Sinistri per esporre - sotto forma di narrazione - la loro storia di sfruttamento, una delle tante storie che si consumano nel Distretto del Turismo.
In un primo momento, gli operatori hanno registrato le testimonianze ed hanno ritenuto urgente suggerire ed indicare alle lavoratrici un percorso d’emersione dal Lavoro Gravemente Sfruttato, attraverso una richiesta formale della visita ispettiva alla Direzione Territoriale del Lavoro.
La richiesta è stata inviata, ma l'ispezione non avviene perché due giorni dopo l'invio, l'albergatore è stato informato dei propositi delle quattro lavoratrici da alcune colleghe, che temevano ripercussioni per tutti i dipendenti e auspicavano in questo modo di “accattivarsi” la simpatia dell'albergatore.
Nell'albergo si scatena il putiferio, la violenza verbale esercitata dal titolare, i ritmi incessanti a cui sono state sottoposte per tre mesi le lavoratrici, costringono tre di loro a ricorrere alle cure sanitarie del Pronto Soccorso.
Prima dello scatenarsi della violenza verbale da parte dell'albergatore, una delle lavoratrici è stata trasportata al Pronto soccorso con l'ambulanza, per via di un malore causato da stress psicofisico. Questo avveniva diversi giorni dopo dalla prima manifestazione di malessere della lavoratrice, poiché il datore di lavoro si era opposto con una certa resistenza al suo trasporto al Pronto Soccorso.

L'epilogo
L'esposizione dei fatti così come avvenuti sono stati successivamente raccolti in un esposto depositato al comando di Polizia di Cesenatico dopo che, al rientro nell'albergo, il proprietario continuava, nonostante la presenza di una delle volontarie dell'associazione, e di due agenti di polizia, ad agire violenza, avanzando la pretesa che le donne firmassero la lettera di dimissioni volontarie, preparata durante la loro permanenza al Pronto Soccorso.
A nulla sono valsi i tentativi di conciliazione - da parte del sindacalista della Filcams al quale gli operatori di Rumori sinistri si sono rivolti.
Le quattro lavoratrici, rimaste senza lavoro e con pochi soldi, hanno trovato alloggio presso una struttura fatiscente ricavata da vecchi alberghi abbandonati, che ospitano soprattutto quei lavoratori comunitari che non trovano la disponibilità di un alloggio all'interno della struttura alberghiera dove lavorano.
Il pagamento dell’affitto ha determinato l’esaurimento dei risparmi delle donne, le quali sono state costrette ad indebitarsi per poter intraprendere il viaggio verso la terra di provenienza.
La loro storia sarebbe terminata, come tante altre, con un'insolvenza irrisolta del salario, se l'albergatore non avesse sporto denuncia contro la volontaria dell'Associazione, che si era recata presso l'albergo per assistere le lavoratrici allo stremo delle forze.

Il percorso legale
Attraverso il prezioso contributo dell'avvocato Raffaele Pacifico del Foro di Forlì/Cesena, nominato come difensore della nostra volontaria, è stato possibile ritrovare l’esposto, che nel frattempo era stato archiviato, e arricchirlo di fatti circostanziati, in una denuncia per “riduzione in schiavitù”.
Il 17 maggio 2012 l'avvocato, in possesso di specifiche procure notarili inviategli dalle quattro lavoratrici dalla Romania, depositava presso il comando dei carabinieri di Cesena un fascicolo di cinquanta pagine, nel quale si esponevano i fatti avvenuti. Neanche un anno dopo la denuncia, il GIP ha disposto un decreto di condanna ai danni dell'albergatore.
Il decreto di condanna a carico dell'albergatore, benché contenga quasi tutti gli elementi indicati in denuncia, è stato qualificato dalla Procura come artt.610 comma 1 C.P. e 81 comma secondo C.P.
La Procura ha inteso riqualificare il fatto da "riduzione in schiavitù" e "mobbing" in una ipotesi sempre procedibile d'ufficio ma senz'altro meno grave di quella iniziale: violenza privata aggravata.
In ogni caso, registriamo il decreto penale di condanna nei confronti del titolare d’albergo, che è presentato formale opposizione; conseguentemente l'udienza è stata fissata per il 14 febbraio 2014 (Tribunale di Forlì).
In quella sede se emergeranno ipotesi più gravi chiederemo la contestazione delle fattispecie allo stato non contestate.
In ogni caso riteniamo che questo sia già un discreto risultato che avremo modo sicuramente di migliorare in sede di dibattimento.


Prospettive
Il decreto penale ai danni dell'albergatore è l'approdo di un percorso, iniziato cinque anni fa da parte dell'associazione Rumori Sinistri, nato dal tentativo di restituire dignità ai lavoratori e alle lavoratrici stagionali.
L'obiettivo è favorire un percorso di emersione del Lavoro Gravemente Sfruttato, ovvero di un modello economico che ogni estate si serve di manodopera schiavizzabile per poter tenere in vita un modello turistico di massa, che si regge grazie all'impostazione post fordista del lavoro e dei consumi.
Questo Procedimento Penale e la condanna d'ufficio dell'albergatore sono giunti vicino ad una scadenza importante: il 14 marzo a Rimini vi sarà un Consiglio Comunale tematico aperto sul Lavoro Gravemente Sfruttato, dove interverrà una delle nostre volontarie insieme ad altri relatori.
Anche questo passaggio rappresenta un rilevante avanzamento per ripensare e cambiare questo sistema turistico/economico che si regge su sfruttamento e povertà, ma è abile nel mostrare solo la “produzione di ricchezza”.
La maggioranza dei cittadini romagnoli non ricevono nulla in termini di servizi territoriali nonostante le migliaia di euro di finanziamento che le istituzioni territoriali stanziano per le agenzie di marketing turistico.

Ass. Rumori sinistri
Report video della conferenza stampa:
 

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