Nel Riminese evasione "patologica". Se gli hotel dichiarano reddito zero | da Repubblica Bologna del 17 agosto 2012
La denuncia della Guardia di finanza. Numeri
"inverosimili" anche per gli stabilimenti balneari: nei controlli delle
Fiamme gialle il 60% nel 2010 non ha guadagnato nulla, la media è di
appena 5900 euro l'anno
di GIULIA FOSCHI
Un reddito da soglia della povertà, difficilmente
attribuibile anche alla crisi economica, eppure in media gli albergatori
riminesi hanno dichiarato meno di 11mila euro nel 2010. Una soglia
vicina a quella denunciata da un'altra categoria di lavoratori della
Riviera: i bagnini. Cifre che contrastano con la percezione di un
territorio benestante.
Su 2mila albergatori della provincia, 837 hanno dichiarato reddito zero. Meno di dieci quelli che hanno reso note entrate superiori ai 100mila euro. Ancora più sventurati, a guardare i numeri controllati dalle Fiamme gialle, i gestori degli stabilimenti balneari: per ben 309 su 500 il reddito è pari a zero. L’80 per cento ha dichiarato somme entro i 22mila euro, per una media complessiva di 5.900 euro all’anno e un volume d’affari tra i 50 e i 60mila euro annui.
"Dati macroscopici", commenta la Finanza. "Basta pensare alle spese che comporta la gestione di uno stabilimento balneare -spiega- per rendersi conto di quanto tali cifre siano inverosimili". Così, si prosegue con i controlli di massa. Dopo gli accertamenti di fine luglio, che avevano portato alla luce un’evasione pari al 62 per cento, i finanzieri sono tornati sulle spiagge e sul lungomare della Riviera nei giorni intorno a Ferragosto. Non un blitz inaspettato, bensì largamente prevedibile, anticipato dalla Guardia di finanza stessa agli esercenti che tuttavia, visti i risultati, hanno preferito rischiare insistendo con gli stessi comportamenti di un mese fa, o quasi.
L’esito delle verifiche su diverse categorie riporta un tasso di irregolarità del 59 per cento: 161 violazioni su 274 esercizi commerciali ispezionati. Il 42 per cento dei bagnini non emette scontrino (15 su 36) e 6 albergatori su 8 sono fuori norma, con casi eclatanti, come in un hotel di Riccione, dove un cliente ha pagato oltre 1.000 euro in nero. Tra le altre tipologie, negozi alimentari (irregolari 7 su 12), casalinghi (9 su 9), e bigiotterie (20 su 23). Non migliora di molto la situazione per i bar, con il 44 per cento di situazioni anomale, e i ristoranti, al 57 per cento. Dati nel complesso nettamente superiori alle medie nazionali, "una situazione patologica", dicono dal comando della Finanza, che sperava in un miglioramento dopo i controlli di luglio. "E’ vero che si tratta di indagini mirate, orientate in base a segnalazioni e sospetti, i cui risultati potrebbero quindi essere visti come poco attendibili ma è anche vero che purtroppo emergono comportamenti recidivi di fronte ad azioni messe in atto a scopo primariamente preventivo".
Un impegno notevole per la Guardia di finanza, che sta mettendo in campo forze numerose con esiti non molto rincuoranti. Un’attività alla quale si aggiungono i controlli sull’abusivismo commerciale: proprio ieri a Rimini sono stati sequestrati 92.000 articoli di bigiotteria privi dei requisiti di tracciabilità.
Su 2mila albergatori della provincia, 837 hanno dichiarato reddito zero. Meno di dieci quelli che hanno reso note entrate superiori ai 100mila euro. Ancora più sventurati, a guardare i numeri controllati dalle Fiamme gialle, i gestori degli stabilimenti balneari: per ben 309 su 500 il reddito è pari a zero. L’80 per cento ha dichiarato somme entro i 22mila euro, per una media complessiva di 5.900 euro all’anno e un volume d’affari tra i 50 e i 60mila euro annui.
"Dati macroscopici", commenta la Finanza. "Basta pensare alle spese che comporta la gestione di uno stabilimento balneare -spiega- per rendersi conto di quanto tali cifre siano inverosimili". Così, si prosegue con i controlli di massa. Dopo gli accertamenti di fine luglio, che avevano portato alla luce un’evasione pari al 62 per cento, i finanzieri sono tornati sulle spiagge e sul lungomare della Riviera nei giorni intorno a Ferragosto. Non un blitz inaspettato, bensì largamente prevedibile, anticipato dalla Guardia di finanza stessa agli esercenti che tuttavia, visti i risultati, hanno preferito rischiare insistendo con gli stessi comportamenti di un mese fa, o quasi.
L’esito delle verifiche su diverse categorie riporta un tasso di irregolarità del 59 per cento: 161 violazioni su 274 esercizi commerciali ispezionati. Il 42 per cento dei bagnini non emette scontrino (15 su 36) e 6 albergatori su 8 sono fuori norma, con casi eclatanti, come in un hotel di Riccione, dove un cliente ha pagato oltre 1.000 euro in nero. Tra le altre tipologie, negozi alimentari (irregolari 7 su 12), casalinghi (9 su 9), e bigiotterie (20 su 23). Non migliora di molto la situazione per i bar, con il 44 per cento di situazioni anomale, e i ristoranti, al 57 per cento. Dati nel complesso nettamente superiori alle medie nazionali, "una situazione patologica", dicono dal comando della Finanza, che sperava in un miglioramento dopo i controlli di luglio. "E’ vero che si tratta di indagini mirate, orientate in base a segnalazioni e sospetti, i cui risultati potrebbero quindi essere visti come poco attendibili ma è anche vero che purtroppo emergono comportamenti recidivi di fronte ad azioni messe in atto a scopo primariamente preventivo".
Un impegno notevole per la Guardia di finanza, che sta mettendo in campo forze numerose con esiti non molto rincuoranti. Un’attività alla quale si aggiungono i controlli sull’abusivismo commerciale: proprio ieri a Rimini sono stati sequestrati 92.000 articoli di bigiotteria privi dei requisiti di tracciabilità.
(17 agosto 2012)
Redditi zero? Pazzaglia: 'Pubblichiamo foto e nomi degli evasori' | da Newsrimini del 17 agosto
I dati emersi in queste ore a Rimini
sulla massiccia evasione fiscale chiamano in causa direttamente sia la
classe dirigente locale che quella che oggi governa il Paese. A dirlo il
consigliere comunale di Sel Fare Comune Fabio Pazzaglia, secondo cui
contro l'evasione sarebbe utile la pubblicazione dei nomi degli evasori.
RIMINI | 17 agosto 2012
"Fino a quando a Rimini e in altre città italiane l'evasione fiscale rimarrà prassi consolidata le cose non potranno mai cambiare in meglio". Pazzaglia ricorda poi come dietro l'evasione si nasconda sempre il lavoro nero.
Contro il fenomeno servono azioni clamorose secondo il consigliere, che propone di fare come nel Regno Unito, dove il Fisco ha deciso di pubblicare le foto degli evasori.
"Il Governo italiano a nostro parere dovrebbe prendere esempio in questo caso proprio dall’Inghilterra e cominciare a pubblicare le foto degli evasori nostrani. Un modo semplice e diretto per far conoscere ai tanti cittadini onesti i nomi e i volti dei ladri del Fisco.
Alla facile obiezione in difesa della privacy rispondiamo che di fronte alla media percentuale di evasione riscontrata nella nostra realtà (60%), di fronte a centinaia di operatori turistici (bagnini e albergatori) che dichiarano redditi zero, di fronte a centinaia di evasori totali il diritto alla privacy può tranquillamente andare a farsi benedire".
"Fino a quando a Rimini e in altre città italiane l'evasione fiscale rimarrà prassi consolidata le cose non potranno mai cambiare in meglio". Pazzaglia ricorda poi come dietro l'evasione si nasconda sempre il lavoro nero.
Contro il fenomeno servono azioni clamorose secondo il consigliere, che propone di fare come nel Regno Unito, dove il Fisco ha deciso di pubblicare le foto degli evasori.
"Il Governo italiano a nostro parere dovrebbe prendere esempio in questo caso proprio dall’Inghilterra e cominciare a pubblicare le foto degli evasori nostrani. Un modo semplice e diretto per far conoscere ai tanti cittadini onesti i nomi e i volti dei ladri del Fisco.
Alla facile obiezione in difesa della privacy rispondiamo che di fronte alla media percentuale di evasione riscontrata nella nostra realtà (60%), di fronte a centinaia di operatori turistici (bagnini e albergatori) che dichiarano redditi zero, di fronte a centinaia di evasori totali il diritto alla privacy può tranquillamente andare a farsi benedire".
Rimini - La Finanza scoperchia l'evasione: redditi da fame per albergatori e bagnini nel 2010 | da Il Nuovi Quotidiano di Rimini del 16 agosto 2012
Oltre 800 hotel e 300 stabilimenti risultano a reddito zero. E nell'ultimo blitz il 59% non in regola con gli scontrini
Un'ecatombe fiscale. C'è uno zero o quasi nella dichiarazione
dei redditi di 300 bagnini e oltre 800 albergatori riminesi. Sono dati
relativi alla dichiarazione 2010 e sono stati illustrati questa mattina
dalla Guardia di Finanza riminese. Intanto, a Ferragosto, e il 13 e
14, le fiamme gialle sono state impegnate in controlli sulle attività
commerciali della provincia di Rimini. Stesso copione del precedente
controllo del luglio scorso. Vendite senza scontrini nel 59% dei casi.
Ma a far ancora più scalpore è la dichiarazione dei redditi 2010 di bagnini e albergatori, messa sotto la lente della Finanza: 309 bagnini in attività della Provincia di Rimini su 500 hanno dichiarato un reddito zero. Altri 100 inferiore ai 22mila euro, cifra che gli studi di settore considerano congrua al tipo di attività. 5700 euro il reddito medio dichiarato. Invece 11mila euro il reddito medio per lo stesso periodo per gli albergatori riminesi. In questo caso per 837, su circa 2mila partite iva, c'è uno zero o quasi nella dichiarazione redditi. "E' una cosa non possibile, visto il tenore di vita di Rimini" aggiunge il comandante della Finanza riminese Mario Venceslai.
Ma a far ancora più scalpore è la dichiarazione dei redditi 2010 di bagnini e albergatori, messa sotto la lente della Finanza: 309 bagnini in attività della Provincia di Rimini su 500 hanno dichiarato un reddito zero. Altri 100 inferiore ai 22mila euro, cifra che gli studi di settore considerano congrua al tipo di attività. 5700 euro il reddito medio dichiarato. Invece 11mila euro il reddito medio per lo stesso periodo per gli albergatori riminesi. In questo caso per 837, su circa 2mila partite iva, c'è uno zero o quasi nella dichiarazione redditi. "E' una cosa non possibile, visto il tenore di vita di Rimini" aggiunge il comandante della Finanza riminese Mario Venceslai.
In Riviera stravince l'evasione | dal Nuovo Quotidiano del 17 agosto
Il blitz della Finanza scoperchia un'ecatombe per il Fisco. Non in regola con gli scontrini il 59% delle attività
riminiTrecento stabilimenti balneari su cinquecento hanno
dichiarato zero redditi nel 2010. Stessa cosa per più di ottocento
alberghi su circa duemila aziende. È la fotografia emersa dalle analisi
di settore della Guardia di Finanza di Rimini in riferimento alle due
attività turistiche per eccellenza della provincia. E intanto, su 274
esercenti controllati tra lunedì e il giorno di Ferragosto sempre dalle
Fiamme Gialle da Bellaria a Cattolica , 161 sono state le violazioni
contestate alla regolare emissione di documenti fiscali. Risultato: il
59 per cento è risultato irregolare. Poco o nulla, insomma, è cambiato
dal luglio scorso, quando la Guardia di Finanza aveva passato al
setaccio la riviera stanando, in due giorni di serrati controlli, 104
violazioni su 170. Che valeva dire il 62 per cento del totale. Verifiche
che le Fiamme Gialle hanno ritenuto opportuno riproporre in questi
giorni di Ferragosto come una sorta di sondaggio per capire se la
“lezione” fosse stata recepita. Ma il risultato non è stato quello
sperato. Come nella scorsa mandata, a registrare il più alto tasso di
evasione è Marina Centro (68 per cento), seguita dalla zona Nord di
Rimini (65 per cento) e, per ultima l’area sud, da Miramare a Cattolica
(45 per cento). Nel mirino delle attività ispettive dei finanzieri in
abiti civili, concentrate su scontrini e fatture, le più disparate
categorie economiche. Dai negozi per la vendita di articoli per la casa (
9 irregolari su 9 controllati), di bigiotteria (20 su 23),
d’abbigliamento (23 su 32), ortofrutta ( 5 su 6). Poi ci sono i locali e
le sale da ballo, in tutto tre controlli, di cui tutti irregolari, i
negozi di calzature (4 su 6), i ristoranti e pizzerie (16 su 28) e i bar
(la maggior parte negli stabilimenti balneari), di cui 18 su 41 non
sono risultati in regola. Le più virtuose, come emerso anche dalle
ispezioni di luglio, le gelaterie ( 2 su 8). E adesso veniamo alle
categorie che danno maggiormente nell’occhio: bagnini e albergatori. Un
controllo a monte, fatto dalle fiamme gialle sulle due categorie, aveva
già messo in luce una situazione che passava tutt’altro che inosservata.
Trecentonove stabilimenti balneari su circa cinquecento in tutta la
provincia risultano aver dichiarato zero o poco più nella dichiarazione
dei redditi 2010. Altri cento dichiarano meno di 22mila euro. Il reddito
medio dichiarato è di 5.700, mentre il volume d’affari è di circa
65mila euro. Non sono da meno gli alberghi. Dalla stessa analisi di
settore della Guardia di Finanza è emerso come 837 strutture su 2mila
partite Iva hanno dichiarato poco più di zero nel 2010. Circa 1.300 meno
di 22mila euro. Il reddito medio annuale qui è di 11mila euro. Tutte
dichiarazioni che risultano inferiori alla media. "E' una cosa non
possibile, visto il tenore di vita di Rimini" ha osservato il comandante
della Finanza riminese Mario Venceslai.
Sono 36 gli stabilimenti
balneari controllati in questi giorni dalle fiamme gialle, di cui 15
irregolari. I meno virtuosi sono in zona sud (Misano e Cattolica), ma
degno di nota è anche un bagnino di Marina Centro che non ha emesso più
di 130 ricevute fiscali per un importo di migliaia di euro. Tra le
strutture ricettive (6 su 8 irregolari), un albergatore di Riccione è
stato pizzicato senza aver rilasciato ricevuta per un importo di più di
mille euro. Comportamenti che vengono spesso giustificati dagli
esercenti trovati in pecca con la scusa della dimenticanza.
Verbalizzati, tra Cattolica e Misano, anche tre affitti di pedalò su tre
controlli effettuati. E in centro a Rimini, in via Di Mezzo, pizzicato
un pony express che consegnava la pizza senza emettere lo scontrino.
Nelle dichiarazioni dei bagnini ci sarà forse qualche cambiamento più
avanti, in seguito alla legge in vigore da settembre 2011 che obbliga
anche loro all’emissione di scontrini e fatture.
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