mercoledì 7 dicembre 2011

Cesenatico: IL CONVEGNO SUL TURISMO | CorriereRomagna.it

Tavolo tecnico e patto per la crescita.
La proposta del prefetto viene accolta da tutti. Vertenze, albergatori e Comune minimizzano 
Articolo di Antonio Lombardi, dal Corriere Romagna del 7 dicembre 2011
CESENATICO. Un tavolo tecnico per il lavoro nel turismo al netto degli episodi da codice penale e un patto per la crescita anche a livello locale sono quanto potrebbe accomunare sindacato, lavoratori, operatori turistici, albergatori e associazioni di categoria. Tante altre divergenze rimangono. E’ il risultato emerso del convegno organizzato ieri da Filcams-Cgil.
Il prefetto Angelo Trovato ha detto che per «fare impresa serve capire i tempi di lavoro ma anche rispettare le regole. Le zone grigie nel lavoro producono il venir meno di quella coesione sociale che permette a un territorio di crescere. In realtà come queste, sindacati e albergatori devono costruire un tavolo di confronto. Perché sul mercato del lavoro occorre definire regole chiare e rispettate. Se serve si avviano contratti territoriali». Giancarlo Barocci, presidente albergatori Adac accoglie l’invito ma stigmatizza quello che definisce il tentativo di alcuni ambienti di «trasformare gli imprenditori turistici della Riviera, in imprenditori vocati allo sfruttamento delle persone. Qui il tentativo di spezzare i rapporto tra il sindacato dei lavoratori e le categorie economiche è fallito. Comunque non accettiamo che si dica che tutti gli operatori turistici basano la loro attività sull’illegalità. Chi sbaglia deve pagare, ma le schiave del lavoro in Romagna non esistono. Anche perché i dipendenti, per il 70-80%, tornano a lavorare da noi l’anno successivo». Egisto Dall’Ara, presidente degli albergatori della Confcommercio Cesenate, evidenzia come «oggi è difficile assumere un minore di 18 anni, in quanto per legge non possono lavorare di domenica, al bar in orario notturno, servire alcolici. Oggi qualsiasi ex lavoratore, anche dopo anni, può fare una vertenza di lavoro». Il presidente di Assohotels - Confesercenti Claudio Della Pasqua invoca regole condivise, che tengano conto che il turismo è un’attività stagionale. Caldeggia contratti d’area, dove si prevedano anche il recupero dei riposi, delle ore in più da lavorare. «L’invito del prefetto e del sindacato va raccolto - dice - con l’avvertenza che se chiude l’albergo chiude il turismo. Lavoratori, sindacato, imprenditori debbono trovare la quadra delle regole da rispettare. Uscire dalla rigidità del mercato del lavoro al netto dei reati commessi, da perseguire come da codice penale». L’assessore comunale al turismo Vittorio Savini fa suo l’invito a un tavolo di concertazione. Ritiene fondamentale la gratificazione degli occupati, mentre sulle vertenze minimizza: «le 30 del 2011 sono davvero poca cosa se consideriamo il numero dei 5-6mila lavoratori stagionali a Cesenatico. Rappresenterebbero lo 0,006%». L’associazione Rumori Sinistri, con Manila Ricci, tratteggia un ben altro quadro, allarga il campo all’intera costa, coi dati riminesi: «dal 2009 al 2011 più di 900 lavoratori stagionali si sono rivolti a noi: il 90% sono donne, i due terzi rumene. Si è accertato che percepivano una paga mensile di mille euro, quest’anno ridotta anche a 800, per 12 ore di lavoro al giorno». Mette in evidenza il caporalato nel turismo: il dilagare del fenomeno illegale delle agenzie di intermediazione, che procacciano lavoratrici straniere in zone precise della Romania. «L’83% delle aziende controllate dall’Inps nel riminese è irregolare. Metà delle assunzione sono con contratti a chiamata». L’assessore provinciale a lavoro e formazione Denis Merloni dice che in Riviera nelle banche ci sono le cassette di sicurezze piene zeppe di denaro e le dichiarazioni dei redditi sono “stimate” notevolmente al ribasso. Invita a comportamenti etici e si rammarica: “quando il 47% dei controlli fa emergere irregolarità di legge non è un dato fisiologico, è piuttosto patologico». E caldeggia di raccogliere l’appello del prefetto: «serve un salto di qualità straordinario». Il delegato nazionale della Filcams-Cgil, Maria Grazia Gabrielli parla dell’esigenza di confronto per lo sviluppo del turismo: «Il problema dei contratti di lavoro non è la flessibilità. Ci sono 46 diverse forme contrattuali. E’ labile il confine tra flessibilità e precarietà. Modificare orari e regole molto spesso è l’anticamera della deregulation». Marina Fabbri, della Direzione provinciale del Lavoro conferma i numeri preoccupanti forniti da Paolo Montalti ed Ercole Pappalardo dalla Filcams-Cgil emersi nei controlli nelle aziende nel terziario (commercio - turismo - servizi): 126 irregolarità su 268 verifiche in azienda e 155 persone assunte senza contratto. Marina Fabbri enumera i casi del sommerso, del lavoro nero, le omesse registrazioni, i mancati versamenti previdenziali. Il lavoro sommerso è risultato nel 50 % delle ispezioni. Intanto, la nuova regolamentazione sull’apprendistato, che cancella il versamento dei contributi per 3 anni, applicabile dal 1º gennaio 2012 e la trasformazione dei contratti part-time va nella linea di quanto chiesto anche dagli imprenditori turistici.  
Altri link utili:   
"Vigiliamo su infiltrazioni malavitose"  Resto del Carlino del 7 dicembre 2011

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