venerdì 3 settembre 2010

Rimini - L'emergenza dei lavoratori di costa romagna continua! Dov'è la politica?

logo k2COLLETTA SOCIALE PER LAVORATORI HOTEL MOSE'   
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L'emergenza e le iniziative di lotta continuano e con esse aumenta la disperazione dei lavoratori ma anche la capacità di esprimere nuove forme di rivendicazione dei propri diritti mai sperimentate sul terreno del lavoro stagionale.
In queste ore è in corso, infatti, un nuovo sciopero al Hotel K2 a Cenenatico. Una quindicina i lavoratori coinvolti, i quali ci riferiscono che il direttore ha lasciato in tutta fretta la struttura. Gli stessi, insieme ai turisti ospiti della struttura hanno tempestato di chiamate la segreteria dell'Assessorato al Turismo.
In questi ultimi giorni ci troviamo di fronte ad una totale assenza della politica incapace di rispondere alle necessità materiali, non solo di natura economica, ha sostegno dei lavoratori di tutta la catena Costa Romagna Hotel Tour operetor.
L'unico mezzo di sussidio e sostegno a questi lavoratori è stata una forma di autorganizzazione che ha visto il protagonismo diretto dei lavoratori stessi, la colletta sociale che abbiamo promosso e continua ad oltranza soprattutto ora che alla chiusura dell'hotel Mosè si è aggiunta anche quella del Maracaibo (altra struttura alberghiera dove da due mesi erano in corso azioni di protesta da parte degli stagionali per le mancate ridistribuzioni).
Il Comune di Rimini ha agito utilizzando i provvedimenti di legge ha disposizione, chiudendo la struttura del Hotel Mosè per problemi strutturali e questo lo riconosciamo, così come ha provveduto con celerità a rispondere ai bisogni dei turisti trasferiti in altri alberghi ma si è dimostrata totalmente assente rispetto alle iniziative concrete che dovevano e dovrebbero essere poste in essere a sostegno dei tanti lavoratori e lavoratrici, sfruttati e truffati. Alcuni servizi giornalistici hanno descritto il provvedimento di sequestro del Comune di Rimini come un mero disagio per i clienti e come un'occasione per denunciare le carenze strutturali della Costa Romagna Tour Operetor. Uno spazio marginale è stato dedicato alle vittime del sistema schiavistico che sorregge tale attività: i lavoratori e le lavoratrici.
Ancora una volta il Partito Democratico non vuole collegare il termine della Sicurezza con l’elargizione del salario e del reddito. E proprio per questa sua inerzia all’interno della vertenza fra ex lavoratori e proprietari, rei di non pagare i magri salari promessi, appare chiaro che il Partito Democratico si schiera implicitamente con i secondi, perché nulla hanno detto né i segretari, né gli assessori, né il sindaco su questo aspetto.
Questo conduce chiaramente a due conclusioni: da un lato a Rimini continuano ad esser più importanti le borse e l’autenticità del marchio, rispetto alla dignità del lavoro e dall’altro la volontà esplicita di spostare il dibattito dalla natura di gestione della forza lavoro ad altri aspetti, come il sistema antincendio e l’ascensore.
E proprio per ciò che si sta cercando in ogni modo di bypassare su coloro che hanno portato all’onore delle cronache tale azienda: i lavoratori stagionali.
In merito alla violazione dei diritti dei lavoratori, la Giunta si trincera dietro la formula «sacche d’illegalità da combattere», ma tale posizione è poco credibile di fronte alle parole del direttore del servizio ispettivo del Dipartimento del lavoro di Rimini:
« Il lavoro irregolare è un cancro diffuso. Il gruppo alberghiero dei Coppola ora è sotto esame, ma dietro di loro si nasconde un malcostume endemico, legato purtroppo anche a un fattore culturale di questa zona. Il 70-80 per cento delle attività che controlliamo ha infatti delle irregolarità».
Non è forse giunto il momento di aprire un tavolo che coinvolga la Magistratura per combattere tale cancro messo in luce dal coraggio e dalla determinazione dei lavoratori stagionali?
Con la colletta sociale sono stati raccolti circa 1000 euro distribuiti direttamente ai lavoratori e alle lavoratrici del hotel Mosè per far fronte alle prima necessità, l'ultima parte una quota di circa 500 euro sarà utilizzata per pagare i viaggi di rientro a tre lavoratrici romene che torneranno in Romania (una della quali è stata accompagnata dai volontari dell'associazione al consolato di Romania a Bologna) e a due senegalesi dirette a Bergamo.
Ma per tutti gli altri?! Cosa pensa di fare la politica? Il sindaco, l'assessore al turismo? La Provincia?
Fuori lo sfruttamento dal Nostro Comune e dal nostro turismo.

Lab. Paz @Rimini

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